
Datasheet
- Produttore
- Square Enix
- Sviluppatore
- Square Enix
- Genere
- Picchiaduro
- PEGI
- 12+
- Distributore Italiano
- Halifax
- Data di uscita
- 4/9/2009
- Data di uscita americana
- 25/8/2009
- Data di uscita giapponese
- 18/12/2008
- Lingua
- Inglese
- Giocatori
- 2
- Prezzo
- € 39,99
- Formato Audio
- Stereo
Hardware
Multiplayer
Link
Dissidia: Final Fantasy
Solo così la fantasia può essere davvero finale.
Gli scenari in cui gli illustri combattenti scendono a tenzone sono quelli che hanno visto compiersi prestigiosi scontri negli episodi originali della serie: potremo così vagare per la torre di Kefka o per il castello di Artemisia. Tutti gli scenari sono forniti di parti distruggibili, con detriti e resti che sovente rimangono a terra generando infrastrutture che possono essere convenientemente utilizzati come ripari o punti d’appoggio. Negli stadi avanzati del gioco le arene presentano anche ostacoli, alternando porti franchi con “luoghi trappola” e rischio di vedersi sottratti preziosi punti PV. Tutto ciò con un comprato grafico che, se da un lato non riesce pienamente a essere il top, dall’altro può primeggiare senza difficoltà su molti prodotti del parco titoli PSP con i suoi modelli poligonali nell’insieme coerenti e puliti. Questa pulizia di tratto è perseguita anche dal character design di Nomura, ideale per ricreare sembianze base del medio personaggio “da Final Fantasy”.
Anche la quasi totalità dei pezzi musicali d’accompagnamento vengono ripresi dagli episodi numerati della saga, spesso opportunamente rimaneggiati, in special modo, ovviamente, quelli provenienti dai primi episodi. Impossibile trattenere un’ondata di brividi durante il filmato precedente lo scontro finale tra Cloud e Sephiroth, e mentre incrociano le loro esagerate spade combattendo sulle note, i cori e gli archi di “One Winged Angel”.
Componente strategica
Tornando alla modalità principale vediamo come l’avanzare tra i vari stage avvenga attraverso l’avanzamento della pedina rappresentante il nostro avatar su un reticolato di caselle sulle quali ci aspettano nemici, tesori più o meno rari, sfere da cui risvegliare le evocazioni nonché il nostro obiettivo, la pedina di Chaos che deve essere distrutta. Questo avanzamento da board game include nel calderone di Dissidia anche la sfumatura di una componente tattica: ogni movimento della nostra pedina costa un Punto Destino, PD; meno PD rimangono al completamento del livello, meno punti bonus si avranno nel computo totale che verrà calcolato alla fine della storia del personaggio utilizzato. Questo valore verrà però influenzato anche da altri fattori quali il numero di nemici affrontati e il numero di tentativi utilizzato per sconfiggerli. Se i PD terminano, l’indicatore segnerà una cifra negativa che ci permetterà di portare comunque a termine la sezione ma facendoci pagare sanzioni e impedendo il raggiungimento di particolari bonus, funzionando alla stregua del par nel golf. I PD possono essere però riguadagnati nel corso dello stage soddisfacendo alcuni requisiti nel fronteggiare certi nemici, come liberarsi dell’avversario nei primi dieci secondi, impedirgli di impadronirsi di nuclei EX, vincere senza subire danni o semplicemente sconfiggere un avversario di livello ben superiore al nostro.
Per facilitare il compito di far piazza pulita degli avversari (impresa comunque tutt’altro che impervia dopo poche ore di pratica) vengono in aiuto una serie di tecniche per facilitare il nostro cammino, che potranno decurtare vita dall’avversario prima ancora di iniziare lo scontro, ristabilire l’energia e la barra ex dell’eroe o avviare uno scan che rivela quale avversario sconfiggere per liberare speciali caselle bloccate. Aiuti piuttosto futili, diremmo.
Queste progressione incasellata spesso fa sì che risulti macchinoso abbandonare un livello, specie se si è vittima di un attacco combo, ossia l’attacco di un nemico che si trova in una casella adiacente alla nostra dopo l’attacco ad un primo nemico.
Di tutto e di più
Nella schermata principale è possibile richiamare un calendario che ci avvisa di eventuali bonus ottenibili in un determinato giorno o del tempo mancante al 'Grande Giorno', ricorrenza settimanale nel quale molti bonus sono attivati nello stesso momento e nel quale usufruiremo di un certo sconto per l’acquisto di armi e accessori. Il calendario vuole essere un accessorio da controllare ogni giorno (attività incentivata anche dalla ricezione di lettere dei Moguri che, in pieno stile Animal Crossing, chiedono consigli e dispensano regali) così da programmare il nostro tempo di gioco reale con un occhio alle ricorrenze che possono permetterci di far progredire i nostri eroi più velocemente.
Presente anche un’imitazione dell’inflazionato e largamente d’auge sistema di achievement: al soddisfacimento di certi ridondanti requisiti il gioco ricompenserà con premi e accessori da utilizzare nelle battaglie.
Avrete capito a questo punto che il gioco in questione non vuole far mancare proprio niente e in quest’ottica, sempre nella prima bianca schermata introduttiva, oltre all’ordinario Catalogo PG nel quale acquistare nuovi personaggi, costumi e altre amenità, si troverà anche la sezione Museo in cui tra le tante possibilità si scorge l’opzione Replay Scontri per mezzo della quale ci si può divertire, con un po’ di pratica, ad essere registi dei propri migliori combattimenti precedentemente immortalati su Memory Stick.
Concludiamo con la possibilità di installare una certa quantità di dati dall’UMD su Memory Stick, così da abbreviare i caricamenti. L’installazione è possibile su tre tagli diversi per venire incontro alle diverse disponibilità di spazio nella memoria e dobbiamo dire che, con l’installazione media, lo stratagemma dà frutti discreti.
Fantasie ben promettenti
Siamo quindi di fronte a un prodotto praticamente completo, che trova i suoi evidenti punti di forza nella bastardizzazione del picchiaduro con meccaniche da gioco di ruolo, nella sua conseguentemente larga possibilità di personalizzazione, nella componente nostalgica e nelle dinamiche combattive, evidentemente ispirate dall’azione di Advent Children.
Come palese è che i punti di debolezza di questo gioco si trovino nella sua intrinseca natura ripetitiva, data dal livellamento e dalla presenza di una sola storia di fondo che abbraccia il destino di tutti i personaggi e che quindi porterà saltuariamente il giocatore a riassistere ad intere sezioni di narrazione, oltre al probabilmente unico difetto tecnico fastidioso riscontrato: una telecamera che spesso non riesce a seguire tutti i rapidi movimenti dell’azione di gioco, bloccando la visuale con pareti o soffitti provenienti dal fuori campo e dando la sensazione che lo schermo della PSP sia troppo piccolo per comprendere in modo soddisfacente certi frangenti di gioco frenetici.
Il bilanciamento dei guerrieri è un altro aspetto delicato, alcuni stili di combattimento sono talmente particolari (si vedano l’Imperatore e le sue trappole, ma soprattutto Exdeath con il suo stile totalmente difensivo) da richiedere molto più tempo per essere padroneggiati al meglio, al contrario di altri personaggi (come Cloud o Gidan) le cui manovre possono essere sfruttate con profitto dopo pochi combattimenti.
Ma cos’è realmente Dissidia? È un picchiaduro, è un gioco di ruolo, è un board game.
Il gioco celebrativo di Square Enix non ha niente a che vedere con il progenitore Ehrgeiz, se non le premesse iniziali. Imbottito con musiche, scenari e personaggi dei classici Final Fantasy, verrà accolto a braccia aperte da quei fan che non disprezzino dinamiche più action e non solo.