
- Nuovo
€64,90€ 19,20 - Usato
€ 12,85
Datasheet
- Produttore
- 2K Games
- Sviluppatore
- Gearbox Software
- Genere
- Sparatutto
- PEGI
- 18+
- Distributore Italiano
- Take2
- Data di uscita
- 10/6/2011
- Data di uscita americana
- 14/6/2011
- Lingua
- Italiano
- Giocatori
- 8
- Prezzo
- € 69,99
Hardware
Multiplayer
Modus Operandi
Link
Nostalgia canaglia
Chiacchiere e fatti.
Esaurito piuttosto in fretta il fattore compiacimento, Duke Nukem Forever si fa guardare un po’ più dritto negli occhi e le cose si fanno meno divertenti. Il Nostro si presenta con un comparto grafico raggrinzito, che si è provato ad attualizzare qua e là introducendo un po’ di motion blur, qualche shader di discreta fattura, un accenno di illuminazione dinamica e alcuni elementi distruttibili. Per il resto sembra un titolo di sei, sette, otto, dieci anni fa, con un colpo d’occhio povero e texture veramente poco definite. D’accordo, come dice Pitchford, l’intenzione era quella di consegnare ai giocatori, nei limiti del possibile, il progetto nella sua forma originaria, ma al cospetto di un profilo tecnico del genere si prova imbarazzo, anche se non si capisce bene se debba essere il proprio o quello del Duca, il quale sebbene non fosse Quake ai tempi di Duke Nukem 3D graficamente spaccava comunque bellamente, e oggi cerca di tornare alla ribalta conciato a questo modo. Anche a voler fare gli estimatori della grafica vintage poco appare salvabile; esteticamente il progetto non sembra contraddistinguersi per una direzione in grado di fare di necessità virtù, di giocare scientemente coi propri limiti, senza contare che nella build Xbox 360 provata il tutto si accompagnava a problemi poco giustificabili, come un frame-rate incostante, un pesante aliasing e caricamenti troppo, troppo lunghi, su cui c’è veramente da augurarsi che Gearbox dia un’ultima, vigorosa passata di olio di gomito.

Il gameplay segue a ruota, presentandosi a dir poco datato. Chi sperava che l’azione dal taglio diretto e “tritatutto” venisse attualizzata in qualche modo, sulla stregua di un Painkiller, un NecroVisioN o di un Bulletstorm rischia di rimanere cocentemente deluso: non c’è alcuna plasticità o sfumatura in grado di restituire agli scontri un sapore adeguatamente stuzzicante per i palati odierni. Le armi hanno una resa piatta, meccanicamente poco incisiva, e i loro colpi vanno a impattare contro nemici costruiti con pochi poligoni, che cadono o si spaccano come in un gioco del 1999. Il level design e, più in generale, le situazioni appaiono inoltre come piuttosto semplicistiche.
Più interessante ci è parsa invece una fase di gioco inedita, che Pitchford ci ha mostrato su PC (versione che vantava una fluidità impeccabile, e ci mancherebbe anche, visto che la caratura tecnica era assimilabile a quanto provato su console), dove il Duca si avventurava in un Duke Burger, catena di ristoranti che ha inaugurato una volta diventato ricco e famoso, dopo aver salvato il mondo alla fine del capitolo precedente. Complice lo zampino di dispositivi che cambiavano le dimensioni del protagonista e dei suoi nemici, tra uno scontro e l’altro il gioco presentava una struttura più elaborata, lasciandosi andare a digressioni puzzle, adventure e platform. Un genere di venature che, come dice il capo di Gearbox, gli sparatutto odierni sembrano aver dimenticato e che oggi possono dare effettivamente una marcia in più.

Il gioco ha una durata dichiarata di 18 ore ed è promessa molta varietà. Non rimane dunque che attendere una copia recensibile per scoprire se l’effettivo volto di Duke Nukem Forever sarà solcato più che altro da un grottesco mix di rughe e botulino o dai tratti arcigni, orgogliosi e tutti di un pezzo di una serie che non ha paura di rimanere coerente con sé stessa, sia nella buona che nella cattiva sorte. Ma sopratutto se Randy Pitchford e soci sono riusciti a cucirgli addosso un ruolo adeguato, un po’ come aveva fatto Aronofsky con Mickey Rourke in The Wrestler. È il confine che separa il cult imperdibile dal patetico ritorno sulla scena dettato più che altro da esigenze commerciali.
Una cosa, ad ogni modo, è sicura fin da adesso: Duke Nukem Forever è un titolo che ha fatto discutere molto, molto di sé durante tutto l’arco del suo sviluppo ed è un titolo che farà discutere molto, molto di sé anche dopo la sua uscita.