Datasheet
- Produttore
- Bethesda Softworks
- Sviluppatore
- Bethesda Softworks
- Genere
- Action RPG
- PEGI
- 18+
- Lingua
- Italiano
- Giocatori
- 1
Lati Positivi
- Ottima atmosfera
- Mappa molto vasta con tante zone da esplorare
- Finalmente qualche segnale positivo dal punto di vista dei dialoghi
Lati Negativi
- Alcune missioni sono ripetitive
- Frame rate di certe aree pessimo su console
- Prezzo leggermente alto
Hardware
Multiplayer
Modus Operandi
Una gita al largo delle coste del Maine
Una nuova regione da esplorare nel terzo DLC di Fallout 4
I primi due DLC di Fallout 4 (Automatron e Wasteland Workshop) non possono fregiarsi certo del fatto di proporre dei contenuti particolarmente esaltanti, a parte l’aggiunta di qualche meccanica che, a mio parere, sarebbe dovuta essere inserita nel gioco base.
Far Harbor, fortunatamente, si discosta da questa tipologia di DLC, andando ad aumentare le ore di gioco con una espansione questa volta degna di nota grazie a un’ambientazione e un’atmosfera di pregevole fattura, a cui sommare una quest principale che merita finalmente questo appellativo. Ma andiamo avanti con ordine.

Tra le nebbie del New England
La nostra (piccolo spoiler) agenzia investigativa sarà infatti contattata e, insieme al nostro caro amico Valentine, verremo ingaggiati per risolvere un mistero ovvero la scomparsa della figlia della famiglia Nakano, originaria di Far Harbor. Questa indagine ci porterà quindi sulle coste del New England che, come da “tradizione” nelle Wasteland, non sta passando un grande e fiorente periodo. La zona è infatti circondata da una specie di nebbia radioattiva che cela dentro di sé delle nuove mostruosità mai incontrate prima. Gulper e striscianti sono solo alcuni dei nuovi nemici che andrete ad incontrare in questa vasta zona da esplorare.
L’aspetto che mi ha colpito di più, decisamente in positivo, è la narrazione. A differenza del gioco base, che tanto è stato attaccato per la sua storia non certo eccelsa e per la gestione dei dialoghi, Far Harbor sembra aver fatto tesoro dalle critiche dei fan portando con sé un intreccio ben scritto e delle scelte che determinano in maniera decisa il futuro di questa poco ridente isola. Sta infatti a noi decidere quello che potrebbe accadere a Far Harbor e alle tre fazioni presenti in questo territorio nel quale dovremo muoverci tra l’impenetrabile Acadia, i classici Figli dell’Atomo e i pescatori, decidendo del loro domani con le nostre azioni. La prima è governata da dei sintetici tra i quali risalta, grazie al suo carisma, DiMA che avrà anche modo di proporci delle missioni come ritrovare parte dei suoi dati che ha dovuto nascondere in alcune periferiche esterne a causa del suo limitato spazio di memoria. Proprio con lui andremo a toccare le corde della realtà che permea tutto il Commonweatlh ovvero il problema della convivenza degli Umani con i Sintetici che continuerà a creare dei dubbi (attenzione! Spoiler) anche sulla nostra natura. Unico appunto riguardo alle missioni affidate da DiMA è la necessità di affrontare per forza una sorta di puzzle game in stile Minecraft nel quale dovremo, per superare la sicurezza e recuperare i suoi ricordi, spostare blocchi e muovere dei raggi laser per proseguire.
Oltre alla poca sfida nel caso in cui affrontiate l’espansione ad un livello più alto di quello consigliato, Far Harbor non è esente da difetti. Su Xbox One, versione sulla quale ho testato il gioco per questa recensione, sono presenti in alcune situazioni evidenti problemi di frame rate, sicuramente a causa della nebbia che ammorba l’isola; stranamente (e fortunatamente, da un certo punto di vista) il problema è circoscritto, in maniera del tutto inspiegabile, solo a certe zone facendo sì che l’esperienza generale non venga meno. Da segnalare anche il prezzo, nel caso non abbiate comprato il Season Pass, che è di 25 euro, forse non proprio in linea con i prezzi a cui sono proposti oggi altri DLC.