
Datasheet
- Produttore
- Disney Interactive Studios
- Sviluppatore
- Harmonix
- Genere
- Rhythm Game
- Data di uscita
- 21/10/2014
Lati Positivi
- Tracklist varia e potente.
- Precisione del Kinect (quasi) impeccabile.
- Meccaniche che portano a scatenarsi.
- I remix aggiungono varietà.
Lati Negativi
- Visivamente poco esuberante.
- I contenuti si sbloccano solo con la campagna.
Hardware
Multiplayer
Modus Operandi
Fantasia al potere
Harmonix celebra il classico Disney con un originale ed esaltante rhythm-game.
Dall'esplosione al tramonto dei rhythm games ci è stato possibile esplorare ogni punto di vista della scena musicale. Dopo un esordio al microfono di un karaoke fortunatamente passato di moda insieme alle giacche colorate ci siamo trasformati in carismatici chitarristi rock, maestri del riff esaltato dall'assolo in ginocchio, per poi scoppiare inesorabilmente sulla pista da ballo, replicando coreografie da video pop e cercando di giustificarci con la scusa del voler dimagrire pur di non ammettere che sì, ballare davanti alla TV non sarà mai così hardcore quanto attorcigliare le dita sui tasti di una chitarra, ma è comunque dannatamente divertente. Nessuno però ci aveva preparato allo stadio finale della trasformazione, cioè il maestro d'orchestra.
DESTINI INCROCIATI?
A voler essere del tutto onesti, l'inedito ruolo ritagliato per il giocatore non era il solo dubbio ad aleggiare sul destino di Fantasia, l'ultimo titolo degli eclettici Harmonix, gruppo di talentuosi musicisti prestati allo sviluppo di videogiochi da ormai più di un decennio. Realizzare un gioco musicale ispirato al celebre film d'animazione Disney del 1940 appare oggi di per sé un azzardo, considerando lo scarso appeal che la colonna sonora classica può avere sulle nuove generazioni, ma questo rappresenta un ostacolo che, come vedremo, Harmonix ha superato senza grossi intoppi. Ben più limitante appariva invece il legame indissolubile tra Fantasia e Kinect, periferica che Microsoft stessa dipingeva come fondamentale per il progetto Xbox One ai tempi dell'annuncio del gioco e completamente rimosso da ogni comunicazione aziendale al momento dell'uscita di Fantasia.
Naturalmente su quest'ultimo punto il gioco di Harmonix, da solo, può fare bene poco, nonostante la sua indiscutibile bontà su questo fronte di cui vi parleremo tra poco. È stata una convergenza di fattori a sancire la morte prematura di Kinect, forse immotivata alla luce delle potenzialità dimostrate da una ristretta cerchia di titoli, ma inevitabile nel quadro di una console war in cui i 100 euro aggiunti al prezzo di listino nel bundle con la periferica stavano influendo pesantemente sul divario che andava facendosi sempre più penalizzante per Xbox One. Eppure, se Fantasia e gli altri titoli che sfruttano come si deve la telecamera Microsoft fossero arrivati prima, forse oggi leggeremmo una storia leggermente diversa.
MUSICA MAESTRO!
Perché è davvero difficile negare di aver vissuti momenti di sana, genuina e sincera esaltazione mentre spingevamo e accompagnavamo note davanti al televisore usando le nostre mani come le bacchette di uno scapigliato direttore di orchestra. Il segreto del successo di Harmonix ancora una volta è da ricercare nella semplicità delle meccaniche di gioco con cui lo studio inglese è riuscito a trasporre la complessità dell'elemento musicale, senza tuttavia sacrificarne la profondità. Dopo le prime indicazioni del tutorial iniziale viene naturale seguire la musica facendo ondeggiare le mani per spingere le note o portandole in avanti per battere il ritmo delle percussioni, in piena e istintiva coordinazione tra orecchio e mano, scoprendo con sorpresa mentre si riguarda la propria esecuzione nel replay di aver appreso con involontaria naturalezza le movenze di un vero direttore d'orchestra. Beh, almeno quelle più esagerate!
Ispirandosi al film d'animazione che più o meno tutti colleghiamo all'episodio in cui Topolino apprendista stregone si cimenta nel ruolo di direttore d'orchestra per imprimere i movimenti alla scopa, era naturale pensare che il giocatore avrebbe dovuto calarsi in un ruolo simile. Molto meno scontata invece è stata la colonna sonora a cui ci siamo trovati di fronte che, dopo un doveroso inizio in un vero tripudio di musica classica, alterna classici del rock a successi pop del momento, scelti però con innegabile sapienza. Affiancare Vivaldi a Jimi Hendrix con un interludio di Nicki Minaj pare indubbiamente azzardato, però incredibilmente funziona. La selezione dei brani si basa sulla popolarità: tra le 32 tracce difficilmente vi capiterà di ascoltarne una per voi del tutto inedita. Magari scoprirete di non conoscerne titolo o autore, ma il motivo è già nella vostra testa, a volte perché si tratta di un classico immancabile, altre per il martellamento subito tra radio o TV. In genere però si possono dividere le canzoni in due macro gruppi, quello delle atmosfere più evocative (che include le tre arie classiche di Vivaldi, Mozart e Tchaikovsky, oltre alle spaziali "Ziggy Stardust" di David Bowie, "In Your Eyes" di Peter Gabriel e "Rocket Man" di Elton John) e quello dei brani pensati per scatenarsi (in cui compaiono non solo i moderni Lady Gaga, Gorillaz e M.I.A, ma anche i Queen di "Bohemian Rapsody" e gli immancabili The White Stripes col loro inno involontario "Seven Nation Army").
GRADITO ABITO SCURO
Forse era lecito invece attendersi qualcosa in più dal punto di vista della visuale, proprio in virtù della lussureggiante apoteosi che torna alla mente pensando all'animazione che accompagnava la musica nel classico Disney. Dietro la nostra sagoma e le note da colpire invece si estende quasi sempre il vuoto infinito dello spazio puntellato dagli astri o un oscuro fondale oceanico, riempito solamente dagli effetti speciali che accompagnano e premiano i nostri gesti. Probabilmente si tratta di una scelta stilistica necessaria per garantire la leggibilità della scena, ma qualche dettaglio in più avrebbe sicuramente favorito l'immedesimazione. Quel che pesa di più, in realtà, è la quasi totale assenza del colore: forse è una sensazione ricercata ma mentre ci si esibisce in eleganti movimenti per non farsi sfuggire nemmeno una nota, ci si sente soli come un astronauta nel vuoto siderale, e non dei provetti maghi in un mondo incantato. Molto più elaborati ed azzeccati risultano di contro i "reami", ovvero le aree tematiche in cui è suddiviso l'ambiente che ci viene richiesto di esplorare per scovare nuove canzoni. Si tratta in fondo di sfondi 3D in cui ci si muove camminando davvero davanti al televisore, ricchi però di dettagli e orpelli (alcuni inutili ai fini del gioco, ma proprio per questo ancora più piacevoli) con cui interagire con le nostre mani per generare musiche e suoni.

La piacevolezza di questi scenari serve a rendere meno pesante l'obbligo di attraversare l'intera storyline del gioco per sbloccare tutti gli strumenti e le canzoni a disposizione. A differenza di tanti altri rhythm game che si prendono poco istanti per spiegarci le loro meccaniche prima di lasciarci liberi di esplorare, Fantasia ci tiene invece a condurci attraverso la sua trama, che ci vede nei panni di un novello apprendista stregone intento a salvare il reame della musica dall'invasione del molesto rumore. Al di là della ridondante fase tutorial, che prima introduce ogni singolo concetto e poi ci costringe a approfondirlo nuovamente dopo poco, il percorso tra i reami è comunque piacevole, ma non ci sarebbe tuttavia dispiaciuto poterci cimentare a nostro piacimento tra i brani a disposizione per ottenere da principio gli strumenti e i remix per noi più interessanti.
IL TOCCO DEL MAESTRO
Già, per quanto tutte le canzoni incluse nella colonna sonora possano essere popolari, con un po' di dedizione sarà possibile trasformarle fino a renderle completamente nuove. Per ogni traccia infatti ci sono due soglie di punteggio da raggiungere che sbloccano ciascuna uno dei due remix previsti, versioni alternative che spaziano dall'elettronica ai ritmi tropicali coinvolgendo tutti gli strumenti utilizzati nell'esecuzione. Una volta sbloccati i due remix ci si può infine sbizzarrire scegliendo noi stessi quale strumento chiamare all'appello, sovrapponendo la versione standard e i remix. In aggiunta nel corso del gioco sbloccheremo diversi "incantesimi d'esecuzione", segmenti in cui saremo chiamati a comporre noi stessi delle melodie muovendo la mano su una sorta di synth raffigurato come una sfera stroboscopica, creando brevi interludi che potranno essere sovrapposti alle tracce in esecuzione.
Il comportamento di Kinect è uno spot alla precisione e alla versatilità di cui la periferica sarebbe capace (arrivato forse fuori tempo massimo). La precisione con cui è in grado di rilevare correttamente anche il semplice movimento del polso ci ha più volte stupito. Al di là di qualche problemuccio che si presenta purtroppo nelle fasi più importanti di gioco, ovvero quando si è chiamati a battere la nota e poi orientarla verso il remix prescelto, la telecamera di Kinect ci ha sempre individuato senza indugi, inciampando di rado anche nelle sessioni in coppia. Volendo è addirittura possibile esercitarsi nell'arte della direzione d'orchestra comodamente seduti in poltrona, ma se la precisione è quel che si cerca naturalmente è consigliabile posizionarsi in piedi di fronte a Kinect.
A ogni modo, il gioco non prevede punizioni in caso di prestazioni maldestre. Le note mancate vengono segnalate con un abbassamento del volume e un'interruzione nello scoppio di fuochi d'artificio che accompagnano le esecuzioni più curate, ma in ogni caso il brano viene suonato fino in fondo senza essere interrotto dal consueto game over. La discriminante dunque diventa il punteggio, unica chiave per accedere alla totalità di contenuti prevista dal gioco, anche se in realtà è presente una modalità party in cui tutti i brani e gli strumenti sono disponibili dall'inizio, ma che non consente però di sbloccare obiettivi e progressi.