Gli ex ct azzurri concordi: "Non si vince a tavolino".
Dino Zoff ha cucito sei scudetti sul suo maglione grigio e vanta una carriera lunga così, nella quale ha ricoperto importanti ruoli tecnici e dirigenziali nei club (Juventus e Lazio) e in Federazione, compreso quello di commissario tecnico della nazionale azzurra vicecampione d’Europa nel 2000. Ha osservato con sofferenza lo scandalo che ha travolto il calcio italiano. E sull’Inter campione d’Italia a tavolino non nasconde qualche riserva: "Se sono arrivati a questa decisione avranno avuto delle ottime ragioni per farlo, ma lo scudetto così non è bello. Non si vince a tavolino, anche se sono convinto che i fatti accaduti fuori dal campo inevitabilmente incidono su quello che poi accade in campo e questo al di là della consapevolezza dei calciatori e dei tecnici. Quello scudetto tolto alla Juventus io non lo avrei assegnato a nessuno. Anche se non voglio discutere la buona fede dell’Inter, se loro pensano di averlo meritato e lo mettono sulla maglia è una presa di posizione rispettabilissima, perché effettivamente nello sport è anche già accaduto che chi arriva dopo chi viene squalificato si veda assegnare il titolo, ma forse in questo caso la situazione era diversa".
Anche Cesare Maldini è dello stesso parere. Lui di scudetti ne ha vinti quattro, di campionati ne ha visti o vissuti direttamente cinquanta: chiamarla esperienza è un eufemismo. E dal suo punto di vista quel tricolore sulle maglie dell’Inter è "strano". "Gli scudetti, di solito si mettono sulla maglia quando si vincono sul campo. Non lo trovo ingiusto, perché se questa è la regola dello sport va rispettata e se hanno deciso di assegnarlo all’Inter avranno avuto i loro buoni motivi. Ma certo suona un po’ strano. Mi hanno comunque colpito le parole di Fabio Cannavaro e di Alessandro Del Piero. Il primo è il capitano della Nazionale, il secondo una persona eccezionale che io conosco bene. Hanno detto che sentono ancora come loro i due campionati che gli sono stati tolti e non sono due persone che parlano a vanvera. Alessandro in particolare è una delle persone più serie che ci sono nel calcio e ha ragione quando dice che loro la fatica l’hanno fatta. Io non ho mai provato una sensazione del genere, ma da uomo di sport posso immaginare che è una sensazione brutta, soprattutto perché i calciatori non hanno commesso alcun reato e vengono colpiti per colpe altrui".
Dino Zoff ha cucito sei scudetti sul suo maglione grigio e vanta una carriera lunga così, nella quale ha ricoperto importanti ruoli tecnici e dirigenziali nei club (Juventus e Lazio) e in Federazione, compreso quello di commissario tecnico della nazionale azzurra vicecampione d’Europa nel 2000. Ha osservato con sofferenza lo scandalo che ha travolto il calcio italiano. E sull’Inter campione d’Italia a tavolino non nasconde qualche riserva: "Se sono arrivati a questa decisione avranno avuto delle ottime ragioni per farlo, ma lo scudetto così non è bello. Non si vince a tavolino, anche se sono convinto che i fatti accaduti fuori dal campo inevitabilmente incidono su quello che poi accade in campo e questo al di là della consapevolezza dei calciatori e dei tecnici. Quello scudetto tolto alla Juventus io non lo avrei assegnato a nessuno. Anche se non voglio discutere la buona fede dell’Inter, se loro pensano di averlo meritato e lo mettono sulla maglia è una presa di posizione rispettabilissima, perché effettivamente nello sport è anche già accaduto che chi arriva dopo chi viene squalificato si veda assegnare il titolo, ma forse in questo caso la situazione era diversa".
Anche Cesare Maldini è dello stesso parere. Lui di scudetti ne ha vinti quattro, di campionati ne ha visti o vissuti direttamente cinquanta: chiamarla esperienza è un eufemismo. E dal suo punto di vista quel tricolore sulle maglie dell’Inter è "strano". "Gli scudetti, di solito si mettono sulla maglia quando si vincono sul campo. Non lo trovo ingiusto, perché se questa è la regola dello sport va rispettata e se hanno deciso di assegnarlo all’Inter avranno avuto i loro buoni motivi. Ma certo suona un po’ strano. Mi hanno comunque colpito le parole di Fabio Cannavaro e di Alessandro Del Piero. Il primo è il capitano della Nazionale, il secondo una persona eccezionale che io conosco bene. Hanno detto che sentono ancora come loro i due campionati che gli sono stati tolti e non sono due persone che parlano a vanvera. Alessandro in particolare è una delle persone più serie che ci sono nel calcio e ha ragione quando dice che loro la fatica l’hanno fatta. Io non ho mai provato una sensazione del genere, ma da uomo di sport posso immaginare che è una sensazione brutta, soprattutto perché i calciatori non hanno commesso alcun reato e vengono colpiti per colpe altrui".