"C'è Roma-Napoli, via le divisioni. E via i coltelli"
Il tecnico giallorosso scrive al quotidiano capitolino.
Luciano Spalletti, ovvero una persona non banale. La sua lettera pubblicata a piena pagina (la prima) del Romanista nel sabato di "sosta" del nostro campionato. Ha un vero significato, importantissimo, morale e sportivo.
Parla di Roma-Napoli, della partita che sarà e che torna a giocarsi dopo tanti anni, Spalletti. E lo fa aprendosi ai tifosi e a tutti gli appassionati di questo sport, con la voglia di preservare uno spirito fondamentale per la corretta riuscita dell'evento che si terrà tra una settimana. "Stavolta la partita la voglio giocare anche sugli spalti - ha scritto Spalletti - E' una gara difficile contro la violenza, a un avversario che non molla mai e per vincere ho bisogno di voi, tifosi e sportivi di Roma e Napoli.
Torna finalmente dopo tanti anni una classica che abbraccia le due tifoserie più appassionate del centro sud, che troppo spesso si sono viste associate a fatti di cronaca nera. Non voglio abituarmi a considerare "normale" la presenza di polizia in assetto di guerra allo stadio. Non voglio abituarmi a considerare "normale" l'assenza di bambini allo stadio, tenuti lontani da gabbie di protezione come se fossimo allo zoo".
Il discorso dell'allenatore punta anche sull'aspetto più duro, quello delle armi portate allo stadio e del comportamento da tenere per sorridere per una vittoria. "Noi i coltelli non li vogliamo: servono a tavola, ma sono di alcuna utilità per andare allo stadio. Le vittorie sportive si costruiscono dall'alto delle gradinate sino a dentro al campo, lo stesso deve essere per questa partita.
Per questo ho pensato che fossimo davanti all'occasione giusta per avviare, tutti insieme, un percorso che porti all'eliminazione di ogni divisione, barriera, ideale o materiale. E senza di voi questo non è possibile...".
Il tecnico giallorosso scrive al quotidiano capitolino.
Luciano Spalletti, ovvero una persona non banale. La sua lettera pubblicata a piena pagina (la prima) del Romanista nel sabato di "sosta" del nostro campionato. Ha un vero significato, importantissimo, morale e sportivo.
Parla di Roma-Napoli, della partita che sarà e che torna a giocarsi dopo tanti anni, Spalletti. E lo fa aprendosi ai tifosi e a tutti gli appassionati di questo sport, con la voglia di preservare uno spirito fondamentale per la corretta riuscita dell'evento che si terrà tra una settimana. "Stavolta la partita la voglio giocare anche sugli spalti - ha scritto Spalletti - E' una gara difficile contro la violenza, a un avversario che non molla mai e per vincere ho bisogno di voi, tifosi e sportivi di Roma e Napoli.
Torna finalmente dopo tanti anni una classica che abbraccia le due tifoserie più appassionate del centro sud, che troppo spesso si sono viste associate a fatti di cronaca nera. Non voglio abituarmi a considerare "normale" la presenza di polizia in assetto di guerra allo stadio. Non voglio abituarmi a considerare "normale" l'assenza di bambini allo stadio, tenuti lontani da gabbie di protezione come se fossimo allo zoo".
Il discorso dell'allenatore punta anche sull'aspetto più duro, quello delle armi portate allo stadio e del comportamento da tenere per sorridere per una vittoria. "Noi i coltelli non li vogliamo: servono a tavola, ma sono di alcuna utilità per andare allo stadio. Le vittorie sportive si costruiscono dall'alto delle gradinate sino a dentro al campo, lo stesso deve essere per questa partita.
Per questo ho pensato che fossimo davanti all'occasione giusta per avviare, tutti insieme, un percorso che porti all'eliminazione di ogni divisione, barriera, ideale o materiale. E senza di voi questo non è possibile...".