Quei cori a Balotelli
una vergogna nazionale
di GIANNI MURA
Tutto nel segno di Balotelli. Anche grazie a un suo gol si chiude il
discorso al vertice del campionato, ma il tifo razzista contro di lui a
Torino apre un nuovo capitolo. "Se fossi stato allo stadio avrei
ritirato la squadra" ha detto Moratti. Nel pomeriggio di ieri le scuse
di Cobolli Gigli. E intanto il calcio italiano si scopre brutto in
campo, ottuso e violento intorno al campo, lontano dall'Europa. Non è
una bella fotografia, ma fotografa la realtà. E sottovalutarla, far
finta di nulla non conviene a nessuno.
Altre considerazioni.
1. Peccato che Moratti non fosse a Torino e quindi non potesse ritirare
la squadra. Un segnale forte sarebbe servito. Così, si prende atto che
l'arbitro, in sintonia col delegato all'ordine pubblico, può sospendere
la partita per uno striscione razzista non rimosso, ma per cori
razzisti no. Per un bengala , un petardo sì. Per cori razzisti no.
L'arbitro può segnalare i cori nel suo referto. In genere scatta una
multa (cifre ridicole, poco più d'un buffetto sulla guancia).
2. Il razzismo
negli stadi non è un male solo nostro, è diffuso in Europa, e per
l'Uefa e per Platini che la dirige questa è una battaglia da vincere.
Occorre cambiare le regole al più presto e dare più armi agli arbitri
(che palesano spesso improvvise sordità). Occorre inasprire le
sanzioni, da quelle economiche (che si possono destinare a campagne
d'educazione) a quelle sportive. Inasprire significa non aver paura di
stangare: in caso di recidiva, passare dalla chiusura dello stadio alla
partita persa alla penalizzazione in punti all'esclusione dalle coppe
europee.
3.
Balotelli farà 19 anni in agosto. Ha atteggiamenti da bullo, non
rispetta nessuno (cosa che piace a Mourinho, ma dovrebbe preoccuparlo),
deve imparare a muoversi da professionista e a non sprecare il suo
talento. Siamo in tanti a sperare che chi gli è più vicino (la
famiglia, qualche compagno di squadra anziano) gli faccia capire cose
giuste, atteggiamenti più sereni. Balotelli ha la vocazione, può anche
fare a meno della provocazione, sempre che non sia un atteggiamento
spinto di legittima difesa. E comunque niente di tutto questo
giustifica mezzo stadio a urlare di tutto a un ragazzo che ha, nella
visione idiota degli urlatori, non una colpa ma due: ha la pelle nera
ed è italiano, gioca in Nazionale Under 21 e presto, secondo molti
osservatori, arriverà alla Nazionale maggiore. Le banane e il verso
della scimmia in Inghilterra li portarono negli stadi i seguaci del
National Front quando Viv Anderson e John Barnes, neri, indossarono la
maglia della Nazionale.
4. Non esistono
negri italiani, questo era uno degli slogan a Torino. La polizia indaga
e qualcosa troverà, con tutte le telecamere a disposizione. Troverà (a
disposizione anche su Facebook, in molti blog di tifosi) il solito
ciarpame promosso a ideologia: qualche svastica, qualche ritratto di
Hitler e di Mussolini, molto odio da rovesciare addosso al prossimo. Si
porta nello stadio quello che si respira nelle città (non solo in
periferia). Lo stadio dà un'eco più vasta, altro che picchiare il
cingalese che vende fiori, e si rischia meno.
5. Chi prova a
cambiare qualcosa (in meglio) dei riti da stadio, viene additato come
un utopista, se non un coglione (parlo della Fiorentina). A me sarebbe
piaciuto vedere un giocatore della Juve, uno, non pretendo tutti, fare
un segno alle curve: adesso basta, piantatela. Sarà per la prossima
volta, forse.
Pezzo perfino ovvio di Gianni Mura, su www.repubblica.it
Peccato che sia talmente ovvio che siamo mas o meno solo io e il Gianni a pensarla così.

http://community.videogame.it/forum/t/281346/
Quality's post Kreator
http://www.youtube.com/watch?v=DF9v4RJNZwc
Quality's post Kreator
http://www.youtube.com/watch?v=DF9v4RJNZwc