ParadiseLost
Red is the key
Sony Japan Studio presenta la sua nuova avventura esclusiva per PlayStation 3.
[Questa è la discussione di un articolo di videogame.it: Recensione Rain: La pioggia infinita di Rain]
Giovanni Marrelli
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Comprato ieri, finito oggi. Mi trovo sostanzialmente d'accordo con tutto ciò che c'è scritto nella recensione. Io l'ho sempre atteso come una avventura, più che come un interessante esperimento di gameplay, quindi mi ritengo anche soddisfatto del titolo, sebbene le carenze ben descritte nella recensione gli impediscano di assurgere ad un Olimpo videoludico. Mi dispiace più per una realizzazione tecnica (grafica) non eccezionale, solo buona, più che per le mancanze di originalità nel gameplay se devo essere sincero. Inoltre 9 euro sarebbero stai un prezzo più onesto, anche se 4 euro in più non mi hanno mandato in fallimento.
I miei romanzi: L'ineluttabile Fine (genere drammatico-romantico);
Io e Yoko - La volontà del mare (esclusiva Amazon kindle);

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Red is the key
Onestamente credo che in questo genere di avventure che puntano molto sull'emozione la grafica non sia una componente "necessaria", in termini di ricerca del fotorealismo e via dicendo. Ma su un gioco che dura poco già di per sé, avrei gradito un minimo di varietà e "coraggio" in più nella sperimentazione. Peccato, perché le idee di base erano davvero ottime.
Giovanni Marrelli
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Hai ovviamente ragione, ma sinceramente non riesco a non pensare ad un Journey (mi rendo conto che sia un paragone azzardato, per le differenze di tempistiche e di budget) e specificatamente alla scena della discesa sulla sabbia letteralmente inondata dalla luce solare rossa.
Diciamo però che nella mia testa si è (o probabilmente "era", già prima dell'uscita del titolo) formata un'idea di un gioco leggermente diverso da quello che poi mi è capitato tra le mani. Credo che mi fossi sognato un gioco in cui non ti venisse richiesto di fare quasi nulla e che fosse semplicemente una storia leggermente interattiva: a questo proposito devo specificare che del titolo avevo solo visto il primo trailer che non mostrava quasi nulla e avevo deciso di comprarlo a scatola (digitale) chiusa senza informarmi; ho scoperto cosa fosse solo nel momento in cui l'ho giocato.
Quindi diciamo che le mie illazioni/critiche derivano dal fatto che avrei preferito un diverso utilizzo dell' "ambientazione/trama". Mi rendo conto che alla fine sto solo sprecando parole su un'idea videoludica che esiste solo nella mia testa.
In ogni caso mi trovo ben d'accordo con la recensione: mi ha cmq emozionato e preso, soprattutto nel fasi finali "più guidate" e meno patform-stealth; ecco, avrei preferito un gioco tutto così forse, una fuga incalzate costante. De gustibus...
Diciamo però che nella mia testa si è (o probabilmente "era", già prima dell'uscita del titolo) formata un'idea di un gioco leggermente diverso da quello che poi mi è capitato tra le mani. Credo che mi fossi sognato un gioco in cui non ti venisse richiesto di fare quasi nulla e che fosse semplicemente una storia leggermente interattiva: a questo proposito devo specificare che del titolo avevo solo visto il primo trailer che non mostrava quasi nulla e avevo deciso di comprarlo a scatola (digitale) chiusa senza informarmi; ho scoperto cosa fosse solo nel momento in cui l'ho giocato.
Quindi diciamo che le mie illazioni/critiche derivano dal fatto che avrei preferito un diverso utilizzo dell' "ambientazione/trama". Mi rendo conto che alla fine sto solo sprecando parole su un'idea videoludica che esiste solo nella mia testa.
In ogni caso mi trovo ben d'accordo con la recensione: mi ha cmq emozionato e preso, soprattutto nel fasi finali "più guidate" e meno patform-stealth; ecco, avrei preferito un gioco tutto così forse, una fuga incalzate costante. De gustibus...
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Sono d'accordo con te, e credo che in effetti per budget e durata dello sviluppo Rain non possa essere paragonato a Journey. Resta il fatto che, a mio avviso, per un gioco che dura tre ore avrebbero potuto sperimentare e osare di più, anche in vista del prezzo non proprio "popolare" rispetto a tante altre avventure indie che durano molto di più, rischiano e sperimentano, e magari ti costano pure la metà.
Ripeto, Rain mi è piaciuto e mi ha emozionato, sentire le variazioni sul tema del Claire de Lune è da brividi, i testi su schermo a mo' di fiaba, l'atmosfera e il gioco di luci e ombre, è tutto meraviglioso. Peccato solo che sul profilo strettamente ludico, dopo la prima ora di gioco sembra che tutto si blocchi improvvisamente.
Ripeto, Rain mi è piaciuto e mi ha emozionato, sentire le variazioni sul tema del Claire de Lune è da brividi, i testi su schermo a mo' di fiaba, l'atmosfera e il gioco di luci e ombre, è tutto meraviglioso. Peccato solo che sul profilo strettamente ludico, dopo la prima ora di gioco sembra che tutto si blocchi improvvisamente.
Giovanni Marrelli
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Su questo non posso non darti ragione. Qualche rischio in più si poteva certamente prendere: forse, dico io, creando "zone più grandi" poichè alla fine si potrebbe dividere rain in tanti pezzettini da una manciata di secondi in cui basta spostarsi di un paio di coperture (passatemi il termine) e il nemico viene superato; dopo di che si ricomincia.
Probabilmente il "pattern" più elaborato è quello nel circo. Tutto il resto scivola via come una goccia di pioggia (okay, questa era banale).
Direi che la recensione spiega bene il valore del gioco e quindi spero di non scoraggiare nessuno con le mie parole.
Claire de Lune nelle fasi finali (se non sbaglio era anche cantata) mi ha fatto venire la pelle d'oca.
Probabilmente il "pattern" più elaborato è quello nel circo. Tutto il resto scivola via come una goccia di pioggia (okay, questa era banale).
Direi che la recensione spiega bene il valore del gioco e quindi spero di non scoraggiare nessuno con le mie parole.
Claire de Lune nelle fasi finali (se non sbaglio era anche cantata) mi ha fatto venire la pelle d'oca.
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Alla fine Claire de Lune è anche cantata, e lì diventa tutto un brivido. In effetti, a parte il circo, il gioco è stato un unico pattern ripetuto. Pazienza dai, resta comunque un buon prodotto.
Giovanni Marrelli
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