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Staff ScudettoWeb
http://www.gazzetta.it/Calcio/05-02-2014/nicchi-con-moviola-campo-calcio-finito-tecnologia-gol-fantasma-costosa-8016387416.shtml
Faccio una breve considerazione... Se il massimo esponente di un gruppo di persone che per lavoro devono sbagliare il meno possibile dice che è la fine del calcio se introduciamo un elemento che aiuta a sbagliare il meno possibile, qual è lo spirito con cui va in campo un arbitro? Si sente offeso se riguardando un filmato si rende conto che un giocatore ha simulato e lo ha indotto a sbagliare? Si sente emasculato se un allenatore chiede, una volta a partita, di controllare se l'avversario ha messo la palla in porta con la mano?
Qui se ne è parlato tante volte: i limiti e l'uso della moviola sono una questione di opinioni, ma pensare che sia la fine del calcio uno strumento che ti aiuta a sbagliare meno getta profondi dubbi sulla mentalità dei direttori di gara. Sono o non sono interessati a sbagliare il meno possibile? Io ormai ho la netta impressione che siano più interessati a non dover ammettere un errore (e cosa c'è di male poi? Tutti sbagliamo, non è mica un peccato capitale) che ad avere gli strumenti per fare il loro lavoro al meglio.
Faccio una breve considerazione... Se il massimo esponente di un gruppo di persone che per lavoro devono sbagliare il meno possibile dice che è la fine del calcio se introduciamo un elemento che aiuta a sbagliare il meno possibile, qual è lo spirito con cui va in campo un arbitro? Si sente offeso se riguardando un filmato si rende conto che un giocatore ha simulato e lo ha indotto a sbagliare? Si sente emasculato se un allenatore chiede, una volta a partita, di controllare se l'avversario ha messo la palla in porta con la mano?
Qui se ne è parlato tante volte: i limiti e l'uso della moviola sono una questione di opinioni, ma pensare che sia la fine del calcio uno strumento che ti aiuta a sbagliare meno getta profondi dubbi sulla mentalità dei direttori di gara. Sono o non sono interessati a sbagliare il meno possibile? Io ormai ho la netta impressione che siano più interessati a non dover ammettere un errore (e cosa c'è di male poi? Tutti sbagliamo, non è mica un peccato capitale) che ad avere gli strumenti per fare il loro lavoro al meglio.