
GDC Europe? WTF!
Colte delusioni videoludiche di una GDC un po' meh.
Con la gioia nel cuore e il pass ancora appeso al collo, sono ben felice di dichiarare che la mia noiosissima, complicatissima e profondamente deludente Game Developers Conference Europe è finalmente terminata.
Roba che mai e poi e mai avrei pensato di pensare, ché in fondo le conferenze degli sviluppatori sono normalmente più interessanti di tutto quel chiassoso marketing (tipicamente falso come il sorriso di una prostituta) che si rivela essere una fiera videoludica vera, propria e uberfaticosa. Ché in fondo lo so che preferirei cento GDC consecutive piuttosto che una sola Gamescom, la cultura del medium videoludico a orde di nerd ansimanti e teutonici, San Francisco a Colonia, la Nutella al Ciaocrem ecc. Eppure la mia GDCE, debbo ammetterlo, stavolta non m'è piaciuta manco per il cappero. Strana, confusa, più inconcludente che colta.
C'è stato il tipo di Braid – praticamente Checco Zalone con una camicia da cinese vanitoso – che vaneggiava di game design, frattali, formule matematiche, equazioni di ennesimo grado e aminoacidi. Morale? Non c'ha capito niente nessuno, neppure lui, che per la cronaca non faceva affatto ridere come il comico di Capurso. Poi lo spagnolo di Castlevania: Lords of Shadow, che aveva solo quattro slide di caricature cretine, che ripeteva quattro volte le stesse cose ed è pure andato lungo di un quarto d'ora. Quindi è stata la volta di uno (vattelappesca) che ha disatteso fortemente il titolo della presentazione (Where's the fun?), annoiando l'intera platea e lasciando irrisolto l'interrogativo preposto: un tizio che credeva di intrattenere una folla di colti spettatori vaneggiando cose sulla realizzazione di Racing Squirrels, che fa girare le ghiande ai suoi fruitori. Infine Kellee Santiago, che di bello ha solo nome e cognome, poi uno spot da un'ora su Driver San Francisco e ancora Brandon Boyer con il suo "talk" (così si dice nei dintorni della GDC) intitolato "What i mean when i say game?". La risposta la sa solo lui, ma non l'ha data a nessuno.
Solo Jason, Jason VandenBerghe, il mitico Vandenberghe con bastone e cappello, ha risollevato il mio più che afflitto morale, parlando in maniera estremamente brillante dello "sbattimento" derivante dallo sviluppare un concept altrui, sia che si tratti di un videogioco su licenza di James Bond, sia che si tratti di una roba incentrata su Barbie or whatever. Che poi io e giopep l'abbiamo pure intervistato per un'ora (arriveranno sia articolo dedicato che intervista in video, tranquilli), inondandolo di domande idiote, sceme e più che cretine.
E Mark Cerny, certo, già conosciuto alla GDC a san Francisco, che si è prodigato in un interevento assolutamente professionale e piacevolmente godibile sull'evoluzione "commerciale" del medium videoludico.
Insomma, dicevo, fortuna che la mia GDC Europe è finita: già da ieri si va in fiera, ci si getta nella mischia e si provano tutti i giochini nella calca, evviva!!! Io però ieri non ci sono andato, perché sono andato all'hotel Radisson Blu e ci sono rimasto per tutto il giorno, colpa delle presentazioni di Sony.
Insomma, maledetta Germania videoludica, mi stai annichilendo, oh.
Anche se devo dire che ieri mi è arrivata una certa mail, di cui abbiamo parlato nella diretta, che m'ha risollevato il morale (e il polso)