
- Nuovo
€19,99€ 19,25
Datasheet
- Produttore
- Square Enix
- Sviluppatore
- Avalanche Studios
- Genere
- Azione
- PEGI
- 18+
- Distributore Italiano
- Bandai Namco Games
- Data di uscita
- 25/3/2010
- Data di uscita americana
- 23/3/2010
- Lingua
- Sottotitoli in Italiano
- Giocatori
- 1
- Prezzo
- € 64,99
- Formato Video
- HDTV
Lati Positivi
- Un’isola tutta da scoprire
- Grande libertà di azione
- Armi, veicoli e mezzi militari per tutti i gusti
- Migliora in tutto e per tutto il già valido predecessore
- Graficamente valido
- Rampino gadget dell’anno?
Lati Negativi
- Intelligenza nemica a tratti discutibile
- Alcuni elementi grafici poco curati
- La grande libertà concessa può quasi spaesare
- Peccato per la mancanza del multiplayer cooperativo
Hardware
Multiplayer
Link
Rico 2: la vendetta
Riuscirà Just Cause 2 a superare l’ottimo predecessore?
Ci avviciniamo lentamente a una base militare, attenti a non essere visti ed evitando di incrociare il mirino laser di una sentinella che non aspetta altro che farci fuori da una torretta difensiva. Le soluzioni per entrare, distruggere le postazioni nemiche e raccogliere soldi, armi, partite di droga nascoste e mezzi di ricambio sono tantissime; con il nostro fidato rampino possiamo raggiungere la sommità di un silos e far fuori le guardie con un fucile di precisione da venti metri d’altezza, oppure entriamo scavalcando la recinzione e ci facciamo largo attaccando frontalmente i nemici o investendoli con una jeep lasciata incustodita.
Ma non è finita qui. Sullo sfondo notiamo una piattaforma di atterraggio con un elicottero da guerra pronto per essere comandato; saliamo a bordo, azioniamo le eliche ed eccoci in volo sopra la base a scaricare missili e a falcidiare sadicamente le guardie con letali scariche di proiettili dall’alto, facendo però attenzione a un elicottero nemico che si sta avvicinando con intenzioni poco pacifiche. Volendo possiamo anche nasconderci dietro un magazzino, attendere che un caccia esca dall’hangar per compiere un’esercitazione, aggrapparci ad esso con il rampino e prenderne il controllo dopo aver neutralizzato il pilota ricorrendo a un classico Quick Time Event...
rico il distruttore
L’essenza di Just Cause 2 può benissimo essere racchiusa in questo scorcio di gioco, che rende alla perfezione la libertà, il divertimento, il piacere per la distruzione e l’assenza di limiti (soprattutto fisici e tattici) con cui Avalanche Studios è riuscita ad animare questo sequel in lavorazione da quasi tre anni. Just Cause, ben accolto da critica e pubblico, era stato frenato da un impatto grafico non proprio mirabile e da una somiglianza con il modello “GTA” ancora troppo asfissiante, ma già allora le distruttive avventure di Rico Rodriguez avevano messo in luce il piacere per l’azione pura e incontaminata e per un approccio al free roaming più scanzonato ed esagerato rispetto al modello di Rockstar Games.
Il sequel non fa altro che riprendere quella formula e aumentarne a dismisura le implicazioni di libertà e distruzione, offrendo una mappa come sempre vastissima (un’ennesima isola tutta da esplorare con tanto di montagne innevate), trovate di gameplay gustose (seppur non più originalissime) e una tale quantità di bonus, achievement, armi e veicoli vista raramente in un action-free roaming come questo.
Non solo auto, moto, camion, risciò, e jeep, ma anche elicotteri da combattimento e non, motoscafi armati e carrette da pescatori, aerei spia e caccia da far invidia a un F-16, il tutto accompagnato da granate, esplosivi, pistole, fucili, mitragliatori, bazooka e altri aggeggi imperdibili per tutti gli aspiranti Rambo del 2010. In più il team svedese ha inserito un elemento che si rivela presto fondamentale come il rampino, utile non solo per scalare pareti verticali o per salire su postazioni altrimenti irraggiungibili, ma anche per disarcionare i nemici da torrette e postazioni fisse, per aggrapparsi a qualsiasi mezzo in movimento e per fuggire il più velocemente possibile da una situazione difficile (con il rampino possiamo avanzare di decine di metri in uno o due secondi).
il bello della libertà
Le implicazioni di un simile gadget non si fermano a questi spunti già notevoli, ma influiscono pesantemente sull’approccio ai combattimenti. Siamo sotto un fuoco pesante e circondati da ogni lato? Con il rampino possiamo salire sul tetto di un edificio e guadagnare qualche secondo utile per recuperare energia, per poi raggiungere un’altra postazione nella direzione opposta in modo da confondere i nemici e da non dare loro un punto di riferimento preciso, anche se l’aspetto più divertente legato al rampino è la possibilità di “attaccarsi” a una jeep nemica, togliere di mezzo l’autista e utilizzare la torretta armata per falcidiare i nemici in arrivo. Come si vede le possibilità offerte da Just Cause 2 (e non solo quelle legate al rampino) sono tantissime e mettono il giocatore di fronte a una libertà di azione, movimento e tattica mai vista prima.
Lo stesso funzionamento del gioco non tradisce questa sua natura “free”. Lo scopo di Rico in questo sequel non è infatti univoco; bisogna creare caos nell’isola distruggendo quante più postazioni e base nemiche, esplorare l’immensa mappa di gioco scoprendo nuove location, prendere il controllo di piccoli e grandi villaggi e di varie strutture (c’è anche un aeroporto), risolvere le missioni principali alleandosi con le varie fazioni dell’isola e, non ultimo, incrementare il nostro arsenale e il nostro “garage”, acquistando armi e mezzi di qualsiasi genere sul mercato nero con il denaro raccolto e guadagnato durante le nostre scorribande.
l’isola dei bonus
In questo modo seguire solo la trama principale (dotata comunque di un discreto appeal narrativo) non ha molto senso e rischia di far perdere le cose migliori del gioco; non è un caso se nelle prime cinque ore abbiamo semplicemente esplorato parte dell’isola con ogni mezzo possibile e, anche se dopo un po’ si sente la necessita di far progredire la trama, l’andamento del gioco si presta a un’interpretazione molto personale e anche per questo parlare di longevità non ha molto senso. Se comunque si vuole terminare il gioco avendo conquistato tutte le basi e i villaggi e avendo raccolto tutti i bonus (per esempio della droga nascosta o delle casse di soldi), si può tranquillamente parlare di decine di ore di gioco, anche se a seconda dell’approccio scelto e del tempo trascorso a esplorare la mappa questo conteggio può variare notevolmente.
Basti pensare solo alle modalità di trasporto utilizzate per arrivare in un determinato luogo, immediatamente raggiungibile chiamando una sorta di servizio aereo dei contrabbandieri nostri alleati che ci portano sul posto in pochi secondi; naturalmente possiamo raggiungere la stessa destinazione a piedi, in auto o in elicottero e ciò fa capire come la durata del gioco sia un elemento molto difficile da misurare. Quello che è certo però è che Just Cause 2 non è un titolo né breve né ancor meno semplice; infiltrarsi nelle basi più grandi e protette da soli è una vera sfida in cui entrano in gioco la gestione delle munizioni, la giusta tempistica nell’attacco, la scelta del percorso (alcune strutture sono davvero enormi) e molte altre varianti.
estetica vincente?
Ne esce un titolo di grande spessore e divertimento che non rischia mai di annoiare anche il giocatore più avvezzo al genere e che, soprattutto, migliora il predecessore sotto tutti i punti di vista. Graficamente Avalanche Studios è dovuta ricorrere a qualche compromesso tra la qualità visiva e l’enorme mondo esplorabile (tra l’altro senza alcun caricamento tra una zona e l’altra della mappa), concentrandosi più sulle ambientazioni e sui mezzi che non sul design dei nemici (praticamente indistinguibili l’uno dall’altro) e degli edifici.
L’impatto rimane comunque notevole anche per la varietà di location (boschi, spiagge, corsi d’acqua, cime innevate, città) e per l’attenzione a elementi scenografici come le esplosioni e la discreta distruttibilità dell’ambiente, anche se alla fine Just Cause 2 non rientrerà certo tra i titoli graficamente migliori del 2010.
Nonostante l’ottima riuscita complessiva del gioco, non vanno trascurati alcuni difetti e mancanze di un certo peso come il multiplayer; l’intelligenza nemica è piuttosto incostante, soprattutto negli scontri ravvicinati e in una mira dei nemici spesso olimpionica anche con armi a corta gittata (come i classici fucili a pompa), mentre l’enorme libertà concessa dal gameplay può quasi diventare un limite per alcuni, rischiando di far passare in secondo piano le missioni principali e di trasformare il tutto solo in una ripetitiva corsa senza sosta alla distruzione di basi e villaggi. Anche con questi limiti Just Cause 2 riesce però a mantenere in pieno le promesse fatte in sede di anteprima e il rilascio di futuri DLC, magari incentrati su nuovi mezzi ancora più distruttivi, non potrà che arricchire il già esplosivo mondo di Rico Rodriguez.