
- Nuovo
€29,99€ 18,00 - Usato
€ 21,69
Datasheet
- Produttore
- Sega
- Sviluppatore
- Platinum Games
- Genere
- Azione
- Data di uscita
- 6/7/2012
- Data di uscita americana
- 3/7/2012
Lati Positivi
- Sistema di controllo semplice ed efficace
- Buona caratterizzazione delle Armi Killer
- Modalità multiplayer per tutti i gusti
Lati Negativi
- Assenza di multiplayer locale
- Comparto grafico sottotono
- Qualche rallentamento su PlayStation 3
- Doppiaggio deludente
Multiplayer
Modus Operandi
Link
Un pazzo mondo anarchico
Le avventure di Jack Cayman rivivono nel sequel spirituale di MadWorld.
A distanza di un semestre dall'esordio giapponese della scorsa estate, SEGA propone anche per il territorio occidentale (e a prezzo budget, solo 29,99 euro) la nuova fatica del team Platinum Games, già autore degli eccellenti Bayonetta, Vanquish e sopratutto MadWorld, esclusiva Wii targata 2009 da cui gli sviluppatori hanno tratto ispirazione per narrare gli eventi di questo Anarchy Reigns. Lo scenario è quello, ormai ampiamente abusato, di un mondo post-apocalittico ridotto allo stremo dalle continue guerre fra le solite superpotenze e l'uso esasperato delle relative armi nucleari e chimiche, nel quale il genere umano è stato indelebilmente segnato da mutazioni genetiche. Un mondo ormai caratterizzato dal caos dove il progresso della tecnologia trova la sua massima espressione in imponenti protesi cibernetiche e armi sempre più letali. E così semplici criminali e combattenti si sono trasformati in vere e proprie macchine da guerra concepite per distruggersi l'un l'altra, nel segno dell'anarchia più totale.
Anarchy Reigns segna il ritorno sulla scena videoludica di Jack Cayman, protagonista di MadWorld, alla ricerca di un ex-tutore della legge, Max, fuggito dopo aver accidentalmente ucciso la figlia di Jack. Dopo una cut-scene che mostra ancora una volta come Platinum Games sappia destreggiarsi tra registri diversi, a cavallo di dramma e ironia, il giocatore è subito costretto a schierarsi da una delle due parti in gioco: l'area nera, quella che segue le vicende di Jack, e l'area bianca, quella che vive l'avventura dagli occhi di Leo Victorion, agente di polizia ed ex-collega del ricercato Max, obiettivo comune di entrambe le fazioni.
LANCIATO NELLA MISCHIA
Ciascuna campagna presenta quattro diverse macro-aree di interesse al cui interno orde di nemici si scateneranno con un unico obiettivo: ucciderci. Qui, Jack o Leo (e i vari personaggi "ospiti" che ci verrà dato modo di controllare) dovranno destreggiarsi dando libero sfogo alla propria forza distruttiva per accumulare punti e sbloccare delle missioni, sei per ciascuna arena (tre principali, indispensabili per il prosieguo della trama, tre secondarie, che permetteranno di guadagnare punti extra e gadget). È importante sottolineare come, ai fini della campagna single player, sia necessario completare più volte entrambe le trame per poter godere di un paio di missioni extra e chiudere così il cerchio della storia.
C'è da dirlo: l'impatto con Anarchy Reigns non è certo dei migliori. Trovarsi proiettati in un ambiente aperto, inconsueto quanto anonimo, senza obiettivo alcuno, e venire attaccati dai nemici senza un'apparente ragione spiazzerebbe anche il più navigato dei guerrieri. Così, digeriti i primi rudimentali tentativi (andati a vuoto) di effettuare combo degne di nota, il gioco propone un più comodo tutorial che illustra i movimenti base e le tecniche più avanzate. Dopo aver assimilato il sistema di controllo e sterminato le prime centinaia di nemici su schermo, l'avventura di Jack o Leo prende lentamente forma delineando quei personaggi che, attraverso boss fight discretamente impegnative, saranno poi giocabili nel comparto multiplayer. La sensazione è che, almeno nelle prime ore di gioco, il rischio ripetitività e noia sia tremendamente in agguato, e in questo caso la narrazione di Anarchy Reigns di certo non aiuta. La trama viene presentata con il contagocce e in modo poco chiaro, nonostante la bellezza di qualche cut-scene fine però a sé stessa, in quanto sembra quasi “fondamentale” una buona conoscenza degli eventi visti e vissuti in MadWorld per comprendere appieno quella che è l'avventura. Ulteriore nota di demerito: non è possibile in alcun modo saltare le sequenze non interattive.

Fortunatamente, dopo un inizio quantomeno lento, sulla distanza emerge una discreta varietà di nemici e di missioni alternative che rendono l'esperienza di gioco in singolo più intrigante e divertente. Uccisione di un tot di nemici entro un tempo determinato, corse su veicoli, protezione di personaggi indifesi da un assedio di mutanti; sono solo alcune delle missioni secondarie che, oltre a farci prendere dimestichezza con il sistema di controllo, permettono di acquisire punti preziosi (in base a molteplici fattori quali tempo impiegato, energia residua, combo portate a termine, etc.) e guadagnare così medaglie di bronzo, argento, oro e platino a seconda dell'esito della missione, così da attivare nuove quest.
ALL'INSEGNA DEL CAOS
Di sicuro, la campagna single player è indispensabile per poter poi godere del vero fulcro del gioco, il comparto multiplayer, di cui parleremo più avanti. Completare la campagna con Jack e Leo permette al giocatore di capire gli effetti delle proprie abilità sull'ambiente circostante (estremamente distruttibile grazie all'Havok Engine), pieno di oggetti esplosivi e zone chiave dove teletrasportarsi, e sfruttarli così a proprio vantaggio. Ci sarebbe, altresì, da ammettere che i combattimenti sono estremamente caotici e confusionari, vuoi per la caratterizzazione grafica degli ambienti, vuoi per il numero di nemici su schermo, vuoi anche per la continua presenza di elementi di disturbo (le catastrofi occasionali sono all'ordine del giorno, fra bombardamenti improvvisi, deragliamenti di treni, veicoli impazziti fuori controllo, esplosioni di materiale radioattivo, etc.). Difficile riuscire a orientarsi quando orde di nemici attaccano contemporaneamente da tutte le direzioni, nonostante un sistema di lock-on del bersaglio (tramite selezione del dorsale sinistro) permetta di individuare un nemico e mantenere la visuale puntata su di lui mentre ci si muove nell'ambiente circostante.

Gli amanti delle combo impossibili da realizzare saranno delusi: il numero di attacchi combinabili non è altissimo e sono piuttosto semplici. Riteniamo che questa sia stata una scelta precisa di Platinum per evitare di snervare eccessivamente l'utente alle prese, suo malgrado, con continui combattimenti contro orde di avversari senza avere mai tempo di rifiatare. Siamo insomma più dalle parti di Power Stone per Dreamcast che di Bayonetta, ma senza l'immediatezza del classico Capcom.
Dopo aver sferrato un numero consistente di attacchi, il giocatore potrà però attivare la cosiddetta modalità Furia, durante la quale Jack, Leo o chi per loro sarà invulnerabile ai colpi avversari e potrà scatenare una potenza devastante e colpi pressoché illimitati, distruggendo in pochi attimi anche i mutanti più giganteschi e corazzati. Una volta esaurita, sarà necessario continuare a racimolare colpi e uccisioni prima di poter lanciare un nuovo attacco Furia. Interessante, sopratutto in ambito multiplayer, assistere a una sfida fra due giocatori e ai relativi attacchi Furia, che necessita di un utilizzo forsennato del controller seguendo le indicazioni su schermo per potersi aggiudicare lo scontro.

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO...
Il multiplayer, dicevamo, è la vera essenza di Anarchy Reigns, su cui Platinum Games ha voluto scommettere con estrema convinzione. Sono ben tredici le modalità concepite dal team, due delle quali sono scaricabili tramite voucher inserito nella limited edition del gioco, Mad Survival e Dogfight, insieme al personaggio giocabile di Bayonetta, un plus non indifferente considerate le abilità devastanti della bella quanto letale strega, prossimamente impegnata in una nuova avventura esclusiva su Wii U.
Fino a sedici giocatori possono popolare le sfide su PlayStation Network e darsele di santa ragione attraverso arene tutto sommato abbastanza deludenti e per lo più ricavate da ambientazioni già visitate in singolo e volutamente ridotte per favorire gli scontri ravvicinati (e dunque il caos). Oltre alle classiche modalità Deathmatch e Capture the Flag in diverse varianti (a due o più squadre, ad esempio), quelle maggiormente degne di nota sono sicuramente Battaglia Reale (un frenetico tutti contro tutti che vedrà ben sedici utenti combattere per portare a casa la vittoria), Mad Survival (che differisce dalla classica Survival per la presenza di nemici appartenenti al roster dei sedici super guerrieri, e che sfida un team di tre persone a resistere a continue ondate di attacchi nemici in stile Orda di Gears of War) e Lotta in Gabbia (dove due giocatori si sfideranno a un combattimento all'ultimo sangue in un'arena delimitata da una gabbia metallica). Non mancano modalità di gioco assolutamente inedite in un titolo del genere, come la succitata Dogfight (dove i giocatori, con una citazione da Super Contra, sono appesi a degli elicotteri e sfruttano temibili armi da fuoco per distruggere il territorio circostante e far cadere il nemico dall'elicottero rivale) oppure la bizzarra Deathball (ibrido fra calcio e football americano dove un giocatore dovrà correre con una palla, cercando di raggiungere la meta, mentre i compagni tenteranno di uccidere i nemici circostanti e tenerli lontani dal possessore di palla).
È inspiegabilmente assente una modalità cooperativa o competitiva locale, un difetto non indifferente che mina la possibilità di divertirsi comodamente a casa con gli amici senza dover necessariamente connettersi alla rete; tuttavia, è comunque ottimo il netcode sviluppato da Platinum Games per quanto riguarda il comparto multiplayer, che risente raramente di problemi di latenza (forse in pochi casi di eccessivo affollamento e troppi oggetti su schermo) e può vantare un buon timing fra i comandi e relativi tempi di risposta, aspetto fondamentale per un picchiaduro moderno che fa del tempismo la caratteristica principale per ambire alla vittoria. Purtroppo, i numeri esigui fatti registrare dal gioco si riflettono nella scarsa partecipazione di giocatori ai server. Questo rende difficile apprezzare le modalità di gioco più originali, o che richiedano un numero di partecipanti più elevato.

APPEAL DA RIVEDERE
Tecnicamente, Anarchy Reigns deve fare i conti con una realizzazione non certo brillante, che pur ci saremmo aspettati da un team del calibro di Platinum Games. Alti e bassi sono troppo contrastanti fra di loro: sebbene si noti una grande cura nella caratterizzazione dei personaggi e delle relative armi e corazze, così come dei rispettivi modelli poligonali e animazioni, sono gli ambienti a risultare quantomeno deludenti. Vasti ma fin troppo anonimi, con livelli di dettaglio distanti anni luce dalle più quotate produzioni degli ultimi anni. La sensazione è quella che il team giapponese abbia voluto semplicemente dare un contorno ai frenetici combattimenti senza perdere troppo tempo nel renderli graficamente appetibili, e creare un background comunque non troppo “pesante” per gestire le sfide multiplayer online senza rallentamenti evidenti (aspetto che, almeno nella versione testata su PlayStation 3, non è stato raggiunto del tutto).Ciò detto, è evidente comunque la bontà del motore Havok per la gestione della fisica e delle interazioni fra combattimenti e ambiente, sebbene il framerate non si scosti quasi mai dai canonici 30fps (e con un livello di dettagli simile, ci saremmo aspettati un po' di fluidità in più), mentre un plauso va fatto anche alla bontà delle cut-scene che accompagnano l'avventura di Jack e Leo nella campagna single-player.
A livello audio, Anarchy Reigns può contare su una colonna sonora molto varia e gradevole che ben si sposa con l'ambientazione del gioco e riesce a galvanizzare l'utente durante i combattimenti. Non possiamo certo dire lo stesso della localizzazione, con doppiaggi ben lontani dagli standard attuali che minano anche la bellezza grafica delle cut-scene e l'intera direzione artistica del progetto nipponico.