
Datasheet
- Produttore
- KOEI
- Sviluppatore
- Gust
- Genere
- Gioco di Ruolo
- PEGI
- 12+
- Distributore Italiano
- Halifax
- Data di uscita
- 1/4/2016
- Lingua
- Testi in inglese
- Giocatori
- 1
Lati Positivi
- Discreto combat system
- Trama piacevole
- Adatto per i neofiti del genere, visto il livello di difficoltà
Lati Negativi
- Realizzazione tecnica obsoleta
- Poco impegnativo per chi ha dimistichezza con i JRPG
Hardware
Multiplayer
Modus Operandi
Il JRPG né carne né pesce
Luci e ombre per il nuovo titolo targato Gust
I JRPG sono un mondo parallelo, un universo fatto di regole e logiche assai peculiari, spesso lontane anni luce da ciò che il mercato mainstream, per lo meno europeo e nordamericano, è solito proporci. I giochi di ruolo giapponesi, da sempre, attirano tuttavia una piccola ma agguerrita schiera di aficionados anche al di fuori dei patri confini. Pubblicato originariamente lo scorso ottobre in Giappone col titolo Yoru no Nai Kuni (La Terra senza Notte), l’ultima fatica di Gust arriva in Occidente localizzata in inglese nei menu e nei sottotitoli. Per Gust, software house solitamente impegnata nello sviluppo di giochi di ruolo a turni, Nights of Azure, questo il titolo scelto per la versione europea, è un inedito tentativo nel campo degli action RPG puri.
A caccia di demoni sull’isola che non c’è
La storia che pone le basi della nostra avventura è ambientata in un diciannovesimo secolo alternativo, su un’immaginaria isola posta a metà strada tra Gran Bretagna e Scandinavia, Ruswal. Qui, 800 anni prima, il terribile Night Lord era stato sconfitto da una leggendaria eroina. Il sangue del demone, ricaduto sulla terra, aveva trasformato in orribili creature, i Fiend, tutti gli esseri umani coi quali era entrato in contatto. Da allora questi mostri vagano nottetempo per le strade dell’isola, assalendo i pochi umani che osano avventurarsi fuori dalle proprie case al calar delle tenebre. La Vox Curia, una potente quanto misteriosa organizzazione, ha delegato a sacerdotesse e cavalieri il compito di eliminare queste creature e di purificarne il sangue, con l’obiettivo di scongiurare il ritorno del Night Lord.
Arnice è una bellissima ragazza, un cavaliere e, soprattutto, un mezzo demone, sfiorata dal sangue demoniaco, ma non abbastanza per essere trasformata in un Fiend. Giunta sull’isola per contrastare le creature della notte, ritrova Lilysse, sua antica conoscenza ora diventata una sacerdotessa (Saint) per la Vox Curia, alla quale è legata da un rapporto velatamente saffico (le tematiche omosessuali sono piuttosto comuni nell’universo giapponese, dai manga ai videogiochi). Oltre a fare strage di mostri per le strade della città, nei panni di Arnice dovremo difendere l’amica, destinata, come tutte le Saint prima di lei, a essere sacrificata per mantenere intatto il sigillo che impedisce il ritorno dell’Oscuro Signore.
Servan, al nostro servizio
Lo schema di gioco è imperniato su un hub, l’Hotel Ende, dal quale Arnice potrà man mano raggiungere un numero sempre maggiore di location, visitabili più volte entro un tempo limite, a caccia di demoni, sangue da purificare (il sangue raccolto servirà per il level up di Arnice), oggetti specifici e quest secondarie. Fin da subito, la caratteristica più evidente del gameplay è data dalla presenza dei servitori al seguito di Arnice, i Servan: nel bel mezzo delle battaglie, la protagonista potrà avvalersi del supporto dei propri demoni “addomesticati”, ben caratterizzati per funzioni e abilità personali. Ci saranno servitori specializzati in azioni di attacco, particolarmente forti in mischia. Altri, invece, avranno funzioni difensive e curative. Tutti, indipendentemente dal ruolo, dimostreranno ottime capacità, sia in autonomia che guidati dai nostri ordini.
Parlando di scontri, non si può non analizzare il sistema di combattimento, molto agile, ma non banale: Arnice potrà contare su due tipi di attacco, uno veloce e uno potente, su parate e schivate e su un attacco speciale azionabile solo dopo aver caricato un’apposita barra a suon di colpi standard. Nel corso del gioco la protagonista potrà poi avvalersi di armi sempre più potenti e della sua doppia natura umana-demoniaca, che le consentirà in determinati momenti di trasformarsi e aumentare esponenzialmente il proprio potere offensivo. Le trasformazioni sbloccabili sono cinque, e potranno essere attivate anche in base alla composizione del nostro party, feature che aggiunge una non indifferente componente strategica all’azione. Gradevole la presenza di un’Arena, nella quale, al di fuori della trama principale, potremo affrontare svariati nemici e conquistare ricompense utili per far progredire Arnice e i suoi Servan.
Troppo facile, Arnice
Dopo un’oretta di gioco sarà subito evidente quello che è in definitiva il maggior limite del pur buon lavoro di Gust: la sfida, sia che si tratti di semplici nemici random o di boss di fine livello, è impostata su livelli troppo blandi. L’impossibilità di selezionare il livello di difficoltà rende il tutto ancor più problematico, specie per i giocatori più esperti. Vagando per i livelli, poi, la netta differenza di velocità tra Arnice e i nemici casuali consentirà spesso di evitare gli scontri a piè pari semplicemente seminando i poveri mostriciattoli (con l’esclusione, ovviamente, dei combattimenti necessari per sbloccare determinate aree di gioco).
Concorre a frenare la resa finale di Nights of Azure anche il comparto tecnico, davvero povero su PS4: texture in bassa risoluzione, modelli poligonali degli ambienti a dir poco spartani, animazioni dei personaggi talvolta bizzarre e framerate ballerino svelano la natura multipiattaforma del gioco (disponibile anche per PS Vita) e nascondono il buon lavoro in cel shading fatto su Arnice e compagnia.