
- Nuovo
€ 23,94
Datasheet
- Produttore
- Bandai Namco
- Sviluppatore
- Acquire
- Genere
- Azione
- PEGI
- 18+
- Distributore Italiano
- Bandai Namco Games
- Data di uscita
- 22/2/2012
Lati Positivi
- La trama inaspettatamente profonda e il contorno alchemico
- Resa del Giappone medievale affascinante
Lati Negativi
- Gameplay ben presto ripetitivo
- Tecnicamente anacronistico, soprattutto sul versante animazioni
Modus Operandi
Non ci sono più i ninja di una volta
Il ninjitsu di Aquire ha perso potenza…
Shinobido 2: Revenge of Zen è il seguito di un gioco uscito diversi anni fa su PSP (Shinobido, Tales of the Ninja), a sua volta sequel di Shinobido: Way of the Ninja per PS2: un titolo che Acquire realizzò subito dopo aver perso la paternità della serie Tenchu, passata a From Software. In qualche modo, dunque, Shinobido 2 è l’erede spirituale di Tenchu: Stealth Assassins, che ai tempi della sua prima uscita su PlayStation, nel lontano 1998, rappresentò un icona del promettente genere stealth. A distanza di quattordici anni, sarà riuscita Acquire a confezionare un titolo che valga la pena di essere giocato su PS Vita?

Riguardando con occhio critico il primo Shinobido per PS2, ci si rende conto di come già allora la casa di sviluppo non fosse riuscita a star dietro al progresso tecnologico, proponendo un gioco affetto da problemi al sistema di controllo, generalmente monotono e soprattutto tecnicamente datato. L’unico punto sul quale non si poteva accennare alcuna critica era la ricostruzione del Giappone feudale, ottimamente replicato con gran dovizia di particolari. Senza tanti giri di parole, la resa di Shinobido 2: Revenge of Zen è la medesima, ma la sensazione di inadeguatezza è leggermente acuita dall’evoluzione tecnologica che, nel frattempo, ha reso una console portatile come PS Vita infinitamente più potente di una PlayStation 2. Ci troviamo di fronte ad un gioco che non offre modelli poligonali raffinati, né animazioni impeccabili. Eppure, nonostante le sue evidenti carenze, Shinobido 2 ha qualcosa che stuzzica la curiosità e invoglia ad andare avanti, perdonandogli per esempio le infinite schermate fisse e piene zeppe di testo che fungono da tutorial… Ed è proprio in queste infinite introduzioni alle meccaniche di gioco che si cela il segreto del parziale successo di questo gioco, che manifesta gradualmente una inaspettata profondità. A partire dalla trama, che riprende gli eventi sei mesi dopo l’epilogo del capitolo precedente, verrete catturati dall’atmosfera di gioco e dagli intrecci di potere che vedono l’harripotteresco protagonista (per via di una cicatrice al limite del plagio) coinvolto in una guerra civile. Tre fazioni si contendono il dominio sulla regione e Zen, il protagonista, è un ninja libero di decidere quale delle missioni accettare, favorendo uno dei tre signori della guerra e, al tempo stesso, perseguendo il suo fine di vendetta personale contro coloro che hanno ucciso la Kunoichi della sua vita.
NINJA COI PARAOCCHI
Lo stile di gioco, sebbene rudimentale nella forma, riesce inizialmente ad appagare con missioni sufficientemente varie, che prevedono perfino il trasporto di oggetti, scorte, rapimenti, nonché le immancabili missioni puramente stealth nelle quali vi verrà richiesto di eliminare tutti i nemici senza essere avvistati. Peccato che, per quanto l’idea di poter influenzare l’andamento del conflitto in corso sia intrigante, il tutto inizi ben presto a ripetersi ciclicamente, a prescindere dalla fazione che deciderete di appoggiare. Il modo migliore per apprezzare ciò che di buono Shinobido 2 ha da offrire è di calarsi completamente nei panni del protagonista, giocando pedissequamente di ruolo e affrontando ogni missione come farebbe un ligio ninja: strisciando nell’ombra o volando silenzioso sopra i tetti, pronto a dispensare morte silenziosamente. Il problema è che, nell’istante in cui si viene meno alle regole imposte dai programmatori, l’infrastruttura di gioco cede miseramente, mostrando falle madornali nell’IA dei nemici e propinando un sistema di combattimento tutto sommato approssimativo.

Se riuscirete a far finta che non vi sia altro modo di avanzare nelle missioni se non quello strettamente previsto da Aquire, Shinobido 2 saprà premiarvi con una vasta gamma di gadget letali da usare in missione e un complesso sistema di creazione di pozioni ed oggetti, quest’ultimo integrato confusamente con la funzione Near di PS Vita. A proposito dello sfruttamento di caratteristiche peculiari della console: al touch pad posteriore è stata assegnata la funzione di puntamento, quando si passa alla modalità in soggettiva. Una soluzione ridondante e scomoda, che non trova una reale utilità e si sovrappone alla medesima funzione garantita in modo decisamente migliore dal classico stick analogico. A livello di realizzazione tecnica, come già accennato in apertura, Shinobido 2 non va oltre la sufficienza stiracchiata, facendo uso di modelli poligonali grezzi e sfoggiando alcune delle animazioni più discutibili che si siano viste di recente. Basti citare la resa della corsa, che lascia chiaramente l’impressione che il personaggio slitti sul terreno, neanche si trattasse di un omaggio allo storico moonwalking del compianto Michael Jackson. In definitiva, l’unica freccia ben appuntita nella faretra di Zen è l’evocativa resa delle ambientazioni del Giappone medievale, arricchite da una colonna sonora dinamica che coccola il giocatore con un ambiente sonoro impeccabile.