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Quinta Posizione
Funky road.
Con Vigilante 8 si torna di nuovo indietro nel tempo, sino al 1998 e ai cloni di Twisted Metal. Il gioco Activision non aggiunge nulla di significativo ai lineamenti ludici dei driving game di combattimento dell’epoca (già descritti in merito a Rogue Trip: Vacation 2012), ma riesce a sfruttare questa formula a dovere, garantendo un’esperienza assai gratificante.
Stavolta, l’ambientazione si tinge di atmosfere pulp, concentrandosi sullo scontro tra una banda di criminali e un gruppo di vigilantes, che si consuma lungo tutto il suolo statunitense, dal desertico entroterra californiano sino alle nevi del Colorado. Ognuna delle due fazioni opposte si compone di vari elementi, che possono essere selezionati singolarmente per dare inizio a una diversa (ma alquanto breve) campagna in single player. Nel ruolo dei vigilantes, le missioni tendono a favorire obiettivi come la difesa di determinate strutture chiave, mentre nei panni dei delinquenti motorizzati, i compiti prevedono, il più delle volte, di raggiungere e radere al suolo alcuni settori della mappa. È proprio l’ampia possibilità di rimodellare l’ambiente a costituire la marcia in più di Vigilante 8. Distruggendo in maniera ragionata gli elementi dello sfondo è possibile, infatti, trovare bonus preziosi, aprire scorciatoie, ricavarsi nicchie sicure in cui nascondersi temporaneamente, ecc..
Tutto ciò va a beneficio soprattutto della modalità multiplayer (sia cooperativa che competitiva), arricchendone lo spessore strategico, insieme alle varie chicche che si annidano nei differenti livelli. Per esempio, è possibile infilarsi con la macchina in una funivia ed essere trasportati, così, in incognito, sino al lato opposto della mappa.
Sebbene poco originale, Vigilante 8 resta una delle esperienze più avvincenti nel suo genere, specialmente se giocato con/contro un amico.