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OTTAVA POSIZIONE
Salvate il soldato Comesichiama.
Medal of Honor: Frontline (EA, 2002)
Salvate il Soldato Ryan, nel 1998, l'avevamo visto tutti. Oggi, tredici anni dopo, ogni sparatutto ti infila di peso in sequenze da film piene di botti ed esplosioni, veicoli che si ribaltano, roba che precipita, disperati assalti al nemico condotti da carismatici sottufficiali. Il primo FPS a proporre un'esperienza del genere, a farti vestire panni ed elmetto di un tenente alle prese prima con lo sbarco in Normandia, poi con l'operazione Market Garden, è stato Medal of Honor: Frontline. Quarto capitolo, non a caso, di una serie voluta da Steven Spielberg, e vero apripista in quello che sarebbe diventato uno degli elementi chiave del genere negli anni a seguire. Un elemento ripreso e messo a frutto in seguito dal primo Call of Duty (uscito un annetto dopo) e poi praticamente da tutto il resto dell'industria. Andrebbe a questo punto aggiunto che il gioco nel suo complesso non era esattamente un capolavoro, e che quella sequenza del D-Day era forse quanto di meglio avesse da offrire, ma quel che doveva fare per il genere, Frontline l'ha fatto. Che gli vai a dire.