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SESTA POSIZIONE
Se "carnevalata" è un eufemismo.
Ring Rage (Taito, 1992)
Pratico bignami di ciò che vent'anni fa andava per qualche ragione di moda, Ring Rage è un altro gioco di wrestling, anche se del wrestling ha alla fine ben poco. Nel senso che, pur essendo ambientato in un ring e pur figurando la parola ring nel titolo stesso del gioco, si trattava del solito picchiaduro da sala di terza categoria e con personaggi fuori di testa. Quanto fuori di testa? Beh, quanto può esserlo un roster composto da un sosia di Saddam Hussein (Shadam) che sputa fiamme, da una controfigura del wrestler Lex Luger, da un pugile di colore, da un ninja e da un, uh, camionista col passamontagna? Terrorista sovrappeso? Vallo a sapere. Naturalmente sul ring piovono chiavi inglesi e catene, e una volta finiti fuori dalle corde si può perfino menare il cameraman. Così, giusto per. Non ci risultano purtroppo versioni domestiche di questo capolavoro del trash, se escludiamo un porting per Game Boy del '93.