
- Nuovo
€ 29,90
Datasheet
- Produttore
- SouthPeak
- Sviluppatore
- Reality Pump
- Genere
- Gioco di Ruolo
- PEGI
- 12+
- Data di uscita
- 1 2011
- Lingua
- Sottotitoli in italiano
- Giocatori
- 4
- Prezzo
- € 59,90
Lati Positivi
- Ottime possibilità di personalizzazione del nostro eroe
- Avventura principale piuttosto impegnativa
- Tante possibilità di "divagare"
- Mondo di gioco ben definito e "vivo"
- Interfaccia ben studiata per il joypad
Lati Negativi
- Multiplayer piuttosto trascurabile
- Motore grafico grezzo sotto alcuni aspetti
- Animazioni spesso sin troppo abbozzate
Hardware
Multiplayer
Link
A spasso per Antaloor
Luci e ombre del nuovo gioco di ruolo di Reality Pump.
Insomma, fino ad ora abbiamo descritto un gioco che sembra affine al primo episodio, uscito ormai due anni fa. Eppure, molte cose si sono evolute, sia sul fronte dei contenuti che, sopratutto, in quello prettamente tecnologico, come scoprirete continuando a leggere...
Un eroe da rimettere in sesto
Gli anni di prigionia hanno decisamente indebolito il nostro eroe, incapace ora come ora di brandire come si deve un'arma o di lanciare incantesimi degni di questo nome: con questo escamotage narrativo gli sviluppatori ci mettono di fronte alla necessità di accrescere le abilità del nostro alter-ego nel più classico dei modi. Cioè, accumulando punti esperienza (tramite completamento di missioni ed eliminazione di nemici), aumentando di livello e acquisendo via via abilità sempre più efficaci e potenti. Two Worlds II non prevede la chiara definizioni di classi per il nostro personaggio: al contrario, suddivide in classi (guerriero, ladro, arciere, mago) le varie abilità che potremo apprendere e starà a noi selezionarle e farle crescere per creare la configurazione che più ci aggrada. Una premessa qui è fondamentale: scordatevi di creare un valido eroe tuttofare. Niente magi-ladro-guerriero che tira pure bene con l'arco: i punti-abilità non sono tantissimi e sopratutto alcune delle abilità più potenti richiedono precisi prerequisiti che sembrano ben studiati per spingere verso questa o quella specializzazione. Ciò non significa che non ci sia libertà nell'evoluzione del nostro personaggio: tutto il contrario. Two Worlds II è estremamente versatile sotto questo aspetto, ma allo stesso tempo consente di ottenere le abilità più potenti di determinate classi solo a personaggi che si siano un po' focalizzati su una o massimo due aree.
Durante il tempo di gioco impiegato per questa recensione ci siamo dedicati a due "dual class", un guerriero-arciere e un mago con una spruzzata di ladruncolo: possiamo confermare che l'esperienza di gioco è cambiata in modo sensibilissimo da una partita all'altra, tutto a favore della rigiocabilità.
Com'è dura l'avventura!
Un tale apparato di sistemi di gioco sarebbe del tutto inutile senza un'avventura degna di questo nome e un mondo per lo meno gradevole. Per fortuna, Two Worlds II possiede entrambi i requisiti, a partire da una quest principale che si sviluppa attraverso una ventina di ore (casomai si voglia correre verso la conclusione ignorando tutto il contorno e, di fatto, rovinandosi molto l'esperienza di gioco). Certo, la trama non brilla sicuramente per originalità: c'è il cattivo signore oscuro, c'è la ragazza in pericolo, la resistenza contro l'Imperatore, qualche profezia qui e lì, tutti ingredienti che avremo incontrato centinaia di volte nella nostra carriera di avventurieri digitali. Quello che è importante è che comunque le vicende paiono plausibili e sono raccontate abbastanza bene, giustificando così il lungo viaggio del nostro eroe. Di tanto in tanto dovremo prendere decisioni con un certo peso morale che avranno dirette ripercussioni sulla nostra avventura.
Un grosso plauso va rivolto poi al mondo di gioco: si tratta di un universo fantasy abbastanza canonico, ricco però di razze tutte sue e davvero molto "pulsante". La popolazione e la fauna reagiscono al ciclo giorno/notte, le città sono abbastanza animate e ogni regione dei Antaloor è caratterizzata da uno stile architettonico ben preciso, solitamente ispirato a quelli del pianeta in cui viviamo. Insomma, esplorare il vasto mondo di gioco (di dimensioni rapportabili a quelle di The Elder Scrolls IV: Oblivion) è piacevole e riserva spesso sorprese sparse qui e lì. Da notare che per spostarsi rapidamente sulla mappa di gioco potremo fare affidamento su cavalli e teletrasporti.
Come da tradizione dei giochi di ruolo moderni, la trama principale è soltanto uno dei motivi per cui potremo avventurarci su Antaloor: sparse per tutta l'area di gioco troviamo infatti un centinaio di missioni secondarie da portare a termine. Gilde, mercanti, politici e anche semplici contadini proporranno spesso al nostro eroe di svolgere i compiti più disparati in cambio di ricompense più o meno sostanziose, per cui i giocatori che vogliono spremere a fondo Two Worlds II ne avranno per svariate decine di ore aggiuntive. Da notare che molto spesso i dialoghi e le situazioni prendono un po' in giro i cliché classici del gioco di ruolo, proponendo ad esempio tutta una gamma di "cantine infestate", con tanto di lamentele da parte del protagonista...
Una nota importante riguarda il livello di difficoltà, decisamente superiore rispetto alla (discussa) media dei videogiochi recenti. Two Worlds II è infatti abbastanza impegnativo e spinge il giocatore a comportarsi in modo cauto: approcciare nuove zone lanciandosi a viso aperto contro i pericoli comporta spesso e volentieri una brutta fine, per cui potenziare adeguatamente il nostro personaggio e sopratutto imparare a combattere bene sono requisiti fondamentali per rimanere vivi. Alcuni passaggi, a onor del vero, risultano persino un poco frustranti, ma in generale il tasso di difficoltà è ben calibrato e molto appagante.
Tutto bello?
Beh, no. Pur rappresentando alla prova dei fatti forse il miglior gioco di ruolo pubblicato nel 2010 (ci piace reputare l'eccellente Demon's Soul per PlayStation 3 come un hack'n slash fantasy molto elaborato, ma qui si scade nella pura nomenclatura...), Two Worlds II ha la sua fetta di difetti. Innanzitutto, il motore grafico presenta alti e bassi. Rispetto al primo capitolo è un enorme passo in avanti, risultando fluido nella maggior parte delle situazioni e ricco di buoni effetti speciali (uno su tutti, la bella resa dei raggi solari, specie all'alba e al tramonto), fino a diventare ottimo in determinate occasioni. Per contro però il gioco presenta texture non sempre molto definite, tearing orizzontale piuttosto evidente (cioè, l'immagine che ogni tanto si "spezza" durante i movimenti più rapidi) e, sopratutto, una qualità media delle animazioni piuttosto bassa, che dà il peggio di sé durante le scene di intermezzo. Inoltre, guardando verso l'orizzonte si notano nettamente dettagli che appaiono mano a mano che ci si avvicina a oggetti come edifici e montagne, specialmente a livello di texture, che vengono continuamente rimappate sugli elementi più grandi: quest'ultimo problema si attutisce installando il gioco su hard disc, senza però sparire del tutto. Qui e li si notano anche imperfezioni come compenetrazioni dei personaggi in elementi del fondale e altri difetti grafici minori ma comunque fastidiosi nell'economia della grafica del gioco. Fortunatamente la bilancia dei pregi e dei difetti pende verso i primi quando si guarda al complesso dell'aspetto grafico.
Allo stato attuale delle cose il gioco non presenta bug bloccanti relativi all'avventura principale e nelle due partite di prova ci è capitato solo due volte di incappare in problemi che "bloccassero" una missione (in un caso in modo irreparabile). Il consiglio è comunque quello di salvare spesso (su slot differenti) e ricaricare quando qualcosa vi sembra andare per il verso sbagliato, fermo restando che comunque la "solidità" del gioco è buona e che il supporto degli sviluppatori si fa notare tramite le patch rilasciate ogni tanto.
Un brutto problema relativo all'adattamento nostrano del gioco riguarda la traduzione soltanto parziale dei testi: i sottotitoli dei dialoghi sono in italiano, così come tutta l'interfaccia (salvo qualche svista qua e là...), ma le scritte contenute nei libri e negli oggetti "da leggere" (pergamene, inviti e via dicendo) sono rimaste in inglese. Un lavoro svolto a metà che può creare qualche problema a chi non conosce bene la lingua anglosassone, sebbene il gioco risulti comunque completabile grazie al diario delle missioni, tutto in italiano.
Decisamente trascurabile, infine, il comparto multigiocatore, slegato dalla trama principale e basato su combattimenti in stile PVP tutto sommato poco appaganti.
Anche dando il giusto peso a ciascuna delle critiche da rivolgere al gioco si rimane comunque conquistati dall'avventura creata da Reality Pump, sorprendentemente in grado di competere (e persino superare, per inciso) grandi produzioni create da blasonate software house come Bethesda o BioWare. A questo punto non sappiamo proprio cosa aspettarci da Two Worlds III: sarà molto interessante scoprirlo.