Datasheet
- Produttore
- Tecmo
- Sviluppatore
- Team Ninja
- Genere
- Azione
- Distributore Italiano
- Halifax
- Data di uscita
- 21/3/2014
Lati Positivi
- Gameplay immediato, ricco di evoluzioni e nuove abilità
- Direzione artistica di ottima fattura
- Buona varietà di nemici e di scontri con i boss
Lati Negativi
- Pessimo bilanciamento dei checkpoint
- Telecamera ingestibile
- Campagna senza mordente
- Qualche difetto grafico e un frame-rate instabile
Hardware
Multiplayer
Modus Operandi
La vendetta di Yaiba
Team Ninja unisce le forze con Keiji Inafune per il nuovo capitolo di Ninja Gaiden.
Nessuno avrebbe mai pensato che la rinascita di un brand dalla filosofia così tipicamente nipponica come Ninja Gaiden dovesse passare da un team europeo, in questo caso Spark Unlimited, e da un leggendario designer giapponese "pentito" dell'attuale condizione del game design in patria, ovvero Keiji Inafune. Dopo l'ultimo capitolo non proprio esaltante, Tecmo e Team Ninja hanno deciso di puntare su una collaborazione più ampia che potesse portare quell'inevitabile boccata d'aria fresca alla saga, introducendo elementi forse poco coerenti con l'universo di Ninja Gaiden, ma potenzialmente in grado di rendere il brand più appetibile alla difficile utenza occidentale.
Nasce così Yaiba: Ninja Gaiden Z, spin-off della serie principale che vede per la prima volta il celebre Ryu Hayabusa interpretare il ruolo del cattivo e ci mette nei panni del farabutto Kamikaze Yaiba, protagonista di questo nuovo action in terza persona così diverso dal passato.
UN CYBORG, UN NINJA, TANTI ZOMBIE
L'avventura di questo nuovo capitolo si apre proprio con uno scontro all'ultimo sangue fra Yaiba e lo stesso Ryu Hayabusa, dove quest'ultimo ha la meglio riducendo (come sua consuetudine) in brandelli il nemico. Menomato e ormai in fin di vita, Yaiba viene salvato dalla misteriosa organizzazione Forge Industries e poi trasformato in un cyborg grazie all'innesto di protesi cibernetiche che, oltre a mantenerlo in vita, amplificano la forza e le potenzialità distruttive. Nessuno fa niente per niente e la società impone a Yaiba di fronteggiare una improvvisa epidemia (potevano forse mancare gli zombie con Keiji Inafune in mezzo?) che ha colpito la città e trasformato la popolazione in un esercito di non-morti, salvo attivare una bomba nascosta nelle sue protesi.
Spinto dal desiderio di vendicarsi di Hayabusa, Yaiba si lancia in una caccia all'uomo costellata di scontri con orde di zombie, attraverso sette livelli composti da varie missioni che terranno impegnati per circa 7-8 ore al livello di difficoltà standard. Sebbene le premesse risultino più che mai interessanti, la trama di Yaiba: Ninja Gaiden Z finisce con il diventare ben presto un banale filo conduttore (tutto sommato evitabile) fra un combattimento e l'altro, a causa di uno stile forse troppo votato al trash, una comicità più che discutibile e numerose situazioni in cui a farla da padrona è la volgarità, che si discostano eccessivamente dalla saga originale. L'intenzione dei tre team di sviluppo di creare un prodotto "leggero" che non si prendesse troppo sul serio è fin troppo palese, ma il rischio spesso e volentieri è quello di scadere nel cattivo gusto.

OLIO DI VOMITO
A livello di gameplay, da sempre uno dei cardini della serie Ninja Gaiden, Yaiba abbraccia uno stile di gioco più simile a brand come God of War e derivati: ne consegue una struttura di certo meno esigente basata su un attacco rapido, uno potente e un'arma da usare a distanza, che si alternano alla parata e alla schivata. Quest'ultima può trasformarsi in salto a seconda della combo utilizzata, il che elimina quasi totalmente le tecniche di combattimento in aria vista l'assenza di un tasto specifico adibito al salto e la penuria di mosse "volanti". È ovviamente possibile combinare le varie tipologie di attacco per dar vita a delle combo, sebbene almeno inizialmente si finisca inevitabilmente col ricorrere al button-smashing per liberarsi dei nemici.
Con il passare dei minuti, però, sarà facile prendere confidenza con un sistema di controllo tutto sommato piuttosto immediato, considerato che la maggior parte dei nemici richiederà l'uso di tecniche specifiche per essere mandati al tappeto e il coinvolgimento di tre elementi ambientali diversi: elettricità, fuoco e... vomito. Quando a sfruttare questi elementi saranno i nemici, Yaiba dovrà fare attenzione a evitarli per non limitare la vista (se colpito dalla bile) oppure perdere temporaneamente l'uso del braccio meccanico (se investito da una scarica di elettricità), ma dopo lo scontro con i boss si acquisiranno armi temporanee che permettono di utilizzare questi elementi a proprio favore.

C'ERA UN VOLT
Tutto ciò è possibile "giustiziando" il proprio nemico: si tratta di un QTE piuttosto basilare in cui è sufficiente premere il tasto indicato su schermo per devastare l'avversario con una mossa finale capace di strappargli letteralmente l'arma di dosso, che può essere usata per un breve periodo al posto dell'attacco a distanza. È importante sottolineare che giustiziare i nemici può garantire il recupero dell'energia durante gli scontri, un aspetto pressoché fondamentale che aiuta il giocatore a fronteggiare uno dei difetti più evidenti del titolo: il bilanciamento. Oltre a un coefficiente di difficoltà eccessivamente tarato verso l'alto già al livello standard, che può impegnare in un singolo combattimento anche per un'ora di fila, quello che più di tutti stupisce è la disposizione dei checkpoint, che non tiene conto quasi mai della fine di uno scontro e ci costringe spesso e volentieri a ripetere un'intera sequenza di combattimenti con tanto di boss nel mezzo.
Che la serie Ninja Gaiden fosse riservata a un pubblico hardcore è ormai risaputo, ma in questo frangente il rischio di trasformare un gameplay competitivo in un'esperienza frustrante è fin troppo alto sopratutto se, al decimo tentativo di sconfiggere un boss, si deve fronteggiare un'orda di oltre cinquanta zombie subito dopo senza avere la possibilità di recuperare energia e ricominciare la partita dal boss già sconfitto poco prima. A poco serve l'introduzione di una modalità berserker, attivabile con la pressione degli stick analogici una volta riempita l'apposita barra su schermo, che garantisce un momento di invincibilità e maggiore potenza ma risulta fin troppo lenta da ricaricare.

QUICK TIME PLATFORM
Sebbene circa il 90% del gameplay sia incentrato sui combattimenti, Yaiba: Ninja Gaiden Z è caratterizzato da una marginale componente platform che permette di muoversi fra un'arena e l'altra in vista dello scontro successivo. In questi frangenti, Yaiba può spostarsi da una parte all'altra dell'ambientazione interagendo con punti nevralgici in un continuo QTE, visualizzando gli obiettivi con la speciale visuale robotica adibita al tasto dorsale sinistro. Grazie a questa visuale si potrà incappare in uno dei pochi elementi collezionabili sparsi negli scenari, nascosti dietro a una parete da distruggere o al di là di una porta attivabile sfruttando l'elettricità di un'arma temporanea.
Per quanto si tratti di elementi che favoriscono in qualche modo la rigiocabilità, la componente esplorativa di Yaiba: Ninja Gaiden Z risulta più semplificata di quanto non fosse già quella della saga originale e qui ridotta ai minimi termini. Raccogliendo gli elementi su schermo oppure ottenendo un buon punteggio negli scontri, si guadagneranno power-up e punti esperienza da spendere nel consueto albero delle abilità, che renderà man mano disponibili nuove combo da utilizzare in combattimento.

UNA GRAPHIC NOVEL IN MOVIMENTO
A livello tecnico, Yaiba: Ninja Gaiden Z è minato da una realizzazione non sempre eccellente sotto diversi punti di vista. Se in ambito audio è graditissima la selezione di brani rock, lo stile grafico in cel-shading (una novità per la saga) risulta accattivante sin dalle prime battute di gioco ma non sarà di certo ricordato come il miglior esponente di questo filone: da una parte troviamo ottimi modelli poligonali dei personaggi principali, una direzione artistica dal carattere deciso e molto personale che traspare da ogni singola cut-scene (in stile graphic novel), un buon parco animazioni e un level design discreto, dall'altra è evidente una cura non sempre costante nella realizzazione di alcuni scenari e personaggi secondari, nonché l'uso di filtri ed effetti particellari che si riducono a un ammasso di sprite e texture scadenti, che stonano decisamente con un comparto grafico di forte impatto.
Ma il vero problema di Yaiba è la gestione della telecamera affidata alla CPU, che non riesce a focalizzare l'inquadratura sul vivo dell'azione e si blocca spesso in riprese defilate che rendono se possibile ancora più ostici i combattimenti. A questo si deve sommare l'instabilità del frame-rate, che in presenza di tanti nemici su schermo si traduce con vistosissimi rallentamenti in grado di minare l'esperienza di gioco. Ed è un vero peccato, perché probabilmente sarebbe bastata un po' di attenzione in più nell'ottimizzazione del codice per creare un comparto tecnico solido e capace di enfatizzare i punti di forza di Yaiba: Ninja Gaiden Z.